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RUSSIA - MOSCA
PETRENKO INDUSTRIES, TEMPO ATTALE (CIRCA 3 GIORNI FA) La Petrenko Industries si presenta nello stesso modo di come è stata inaugurata, anche diversi anni dopo. Un edificio altezzoso, ben pitturato e con i vetri decisamente perfetti, puliti a tal punto che splendono alla luce del sole, per cui si può evincere dalla struttura di questo racconto che l'evento si sta svolgendo di giorno. Gli operai sono al lavoro con delle lunghe tuniche bianche e degli occhiali di protezione, mascherine e guanti in lattice. Lavorano quasi in simbiosi a catena di montaggio, come se fossero perfettamente sincronizzati l'uno rispetto l'altro. Alcuni gruppi fanno determinate cose come il dosaggio dei farmaci, altri invece vanno a collaudare i farmaci che escono dalle forme, senza mai sbagliare di un millisecondo. All'improvviso poi le macchine si fermano e ogni impiegato va a marcare il suo cartellino fino a quando poi, non raggiunge una sala metallica dove c'è una ringhiera posta in alto, dove da lì esce il capo della Petrenko Industries : l'omonimo Denis Petrenko. Lo si evince dalla sua espressività che quasi fa paura a chiunque. Si sente uno o più chiacchericci, fulminei, che non durano però poi molto perchè loro sono intimoriti persino dalla sua presenza, perchè in quel momento Petrenko già va a squadrare ogni singolo operaio. Ha entrambe le mani appoggiate sulla ringhiera in metallo, mentre al suo fianco ci sono diversi ingegneri che sono vestiti più o meno come lui. "Buongiorno a tutti, impiegati. Spero che state facendo bene il vostro lavoro, in caso contrario e nel caso dovessi trovare un farmaco che non rispetta gli standard dettati dall'azienda, vi detraggo ogni singolo centesimo dal vostro stipendio. Proprio per questo vorrei parlarvi a proposito dell'orario lavorativo che state facendo. La Petrenko Industries sta avendo un grosso calo a livello di produzione, perchè la maggior parte di voi chiede i giorni di permessi o di malattia. E io non ho nessuna intenzione di mettere altra gente a carico solo per soddisfare i vostri capricci familiari. Per cui, a partire da oggi e per almeno tre mesi, vi chiedo di lavorare anche i giorni festivi, e non sarà concessa alcuna festività, ferie o giorni di malattia. Nel caso in cui vi opporete a questa mia decisione, scatta il licenziamento immediato. Ci siamo capiti? Non tollero in alcun modo gente che non vuole lavorare o attinge a varie pause caffè o altro. Non è questa la politica che voglio dettare nella MIA azienda." Si scatena il putiferio. Partono toni arrabbiati, delusi e di sconforto, ma in tutto questo la maggior parte degli operai decide di starsi zitto e di soccombere a ciò che dice il titolare. Un operaio però si fa avanti e decide di alzare la testa in direzione del maligno e calvo signore. "Scusate se glielo dico Signor Petrenko, ma questo è ingiusto soprattutto per gli operai che lavorano sodo. Nel caso mio che non ho fatto alcun giorno di festa, dove io mi sono parato il cu*o per sostituire tutti che ingiustamente hanno avuto i loro problemi familiari, secondo lei come mi devo comportare? Le sembra giusto che devo lavorare per così pochi rubli?" "A me non mi interessa, Rubensky. Ricordatevi che quando c'entra un operaio, ci entrano indistintamente tutti quanti. Mettetevi al posto mio che sono a capo di questa azienda e per ogni azione sconsiderata che fate, c'entro io. Io non ho assunto degli operai per non farli lavorare, il contrario. Voi non avete fatto N U L L A da meritare la mia fiducia. Dovete prima strisciare sui miei piedi per capire cosa significa lavorare sodo. E voi non lo siete." << O almeno, non che lavorate come dico io, con quei macchinari. Luridi schifosi. Non si lasciano corrompere nemmeno con un rublo offerto in più. >> Rubensky fa qualche passo indietro e con viso visibilmente arrabbiato, si mangia il tutto e non dice altra parola. Tutti quanti smettono con il loro chiacchericcio e non fanno altro che abbassare la testa. "Non voglio scuse. Se e casomai io vedo regolarità in questa azienda, allora potrei pensare di darvi almeno solo i giorni festivi, ma le festività in generale ora ve le sognerete per un po', dato il comportamento che state avendo nei MIEI riguardi. Non sapete nemmeno con chi avete a che fare, perchè se volessi, non vi avrei fatto uscire nemmeno da questa fabbrica, vi avrei fatto dormire sui macchinari. E ora sparite dalla mia vista e lavorate." Parte qualche borbottio, fino a quando poi la folla dei lavoratori non si sfalda e ognuno torna alle sue mansioni. Erano così visiblmente arrabbiati che vanno a saltarsi persino la pausa pranzo. Si sente un fischio e poi subito dopo, tornano a macinare farmaci come se non ci fosse un domani, continuando ancora con la loro produzione. Nel frattempo, si avvicina il tempo attuale. |