| Quoto Manuel e Simo.... E poi i dottori ora non servirebbero altro a farlo sentire ancora piu' male di prima secondo me, perche' probabilmente lui ha bisogno di altro, non di sentirsi psicoanalizzare... Si sa che l'anoressia e la bulimia sono "malattie" mentali, nel senso che derivano da carenze affettive soprattutto, quindi probabile che lui stia vivendo questo anche se non sembrerebbe... L'avere un partner accanto non significa essere felici, ci si puo' sentire soli pur avendo intorno mille persone, dipende da che tipo di calore lui percepisce dalle persone che ha intorno. E' importante sentire affetto vero e sincero, forse lui non lo percepisce dalle persone che lui ritiente piu' importanti a prescindere di chi siano, quasi sicuramente i genitori, ma potrebbe anche sentirsi solo in mezzo ai suoi amici, noi non lo sappiamo.Solo lui puo' saperlo, ma bisogna aiutarlo a tirare fuori le cose che ha dentro.. Unico problema...come fare in veste di amici? Secondo me bisognerebbe prenderlo in parte non a forza, ma "accompagnandolo" alla chiacchierata in modo soft e senza imporgli nulla perche' si sentirebbe oppresso e braccato, specie se non ne vuole parlare...Tendenzialmente chi sta male per queste cose, tende a non voler parlare...
L'essere forti andando genialmente a scuola o vedendolo con atteggiamenti forti , non significa essere FORTI potrebbe essere l'esatto contrario...E gia' il fatto di essere ricorso a questa "cavolata" vomitando quello che mangia ( visto che parliamo di bulimia), e' indice di DEBOLEZZA non di forza.... I deboli per risolvere i problemi bevono, fumano cose alternative pure, si drogano, diventano anoressici, bulemici, etc etc, ai voglia a vie facili per non pensare a quello che fa soffrire... Ricorrere a questi espedienti e' indice di debolezza che pero' spesso sono richieste di aiuto occulte. Quindi il mio consiglio e' di avvicinarlo in modo soft e non invadente per portarlo ad aprirsi senza forzarlo, a fargli vedere le cose in modo diverso e a fargli sentire sempre di meno il desiderio di volersi mettere due dita in gola
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