| Rieccoci qua, come promesso non ho lasciato trascorrere cinque anni prima di postare il capitolo 9! Rieccoci quindi al mercoledì di Larson con la fine del gapitolo 'in game' dedicato alla piramide di Osiride, con tanto di cutscenes e di boss / puzzle finale. Spero vi piaccia.
Capitolo 9: Il testamento di un antico dio La cima della piramide non sembrava presentare indovinelli omicidi come gli altri piani, sembrava spoglia, senza particolari misteri da svelate. Avanzando nel piano trovò solo una botola sul fondo, diversa da quella da cui era salita in quanto presentava delle scale fatte da gradoni di roccia. Appendendosi questi risultarono più confortevoli per la discesa che le superfici su cui si era inerpicata fin ora. Raggiunto il fondo, si ritrovò in un altro corridoio, che proseguiva verso il basso facendo un percorso a chiocciola. Era più stretto degli altri corridoi della piramide, ma almeno anziché trabocchetti presentava delle pitture alle pareti. Geroglifici, e a quanto riusciva a tradurre, erano stati tracciati dallo stesso Osiride, o almeno, questo dicevano loro. "Io Osiride, spezzato nell'anima e nel corpo da mio fratello Seth, lasciò in eredita a mio figlio Horus e a mia moglie Iside la terra su cui ho regnato, l'intero Egitto riunificato." Iniziò a leggere, mentre scendeva per lo stretto corridoio. Sembrava come di leggere l'ultima lettera di Osiride a suo figlio e sua moglie, descrivendo cosa egli gli lasciasse in eredità, rammaricandosi per la sua stupidita e per la sua debolezza nell'essersi lasciato ingannare più volte dal fratello Set, che lo aveva più volte sconfitto. Ma furono altre iscrizioni a catturare la sua attenzione "Il mio spirito regnerà d'ora in poi sul trono del mio figliastro, Anubi, figlio mio e della moglie di mio fratello Seth, Nefti." Lara sorrise. L'odio di Seth per il fratello sembrava giustificarsi visto che oltre all'intero Egitto, questi gli aveva preso anche la moglie. Non riusciva a leggere, però, il seguito, mentre Osiride parlava del figliastro... Erano geroglifici troppo antichi, che non conosceva, e che il tempo aveva semi cancellato, risultando troppo complicati per poter essere interpretati. Riuscì a leggere qualche altra frase, prima di approdare alla fine dei corridoi "Chiedo a mio figlio Horus clemenza per la mio alto guardiano Upuaut, colui che mi aprì la via per l'unificazione dell'Egitto: la sua grande forza poteva salvarmi dalla furia di mio fratello Seth, ma non dalla mia stessa ingenuità." Lesse ad alta voce, concludendo con gli ultimi geroglifici, i più chiari e semplici come se fin ora avesse parlato nella 'lingua dei signori' ed adesso invece si stesse rivolgendo a 'plebei' "In ultimo, voglio lasciare le mie spoglie mortali a chiunque sia arrivato fin qui. O tu viaggiatore, giunto all'ultima sala della mia tomba, se te ne dimostrerai degno potrai ricevere il mio corpo. Se riuscirai ad unirlo con i miei organi, custoditi dai 'figli di Horus', otterrai il mio potere con cui potrai aprire la soglia del mondo dei defunti, sbarrata sotto la sacra bilancia per il peso del cuore dei potenti, per richiamare lo spirito dei divini. Ti chiedo però di non richiamare il mio spirito: io sono già spezzato, e la mia debolezza ha già portato miseria e perdizione al mio regno. Ti offro il mio potere in cambio del riposo eterno dell'anima del tuo grande faraone." E lette quelle ultime parole, Lara si ritrovò nell'ultima sala. "Se te ne dimostrerai degno." diceva l'iscrizione, e difatti, l'ultima sala era anche l'ultima prova a quanto sembrava. La stanza era larga e lunga, con diversi muri di sostegno nel mezzo che formavano diverse corsie, per così dire. Oltre ai muri portanti, a dividere la stanza in quattro corsie vi erano anche dei solchi nel pavimento, dei leggeri dislivelli di forma rettangolare riempiti con cenere e carboni ardenti, ancora roventi nonostante i secoli. Non avrebbe potuto camminare li sopra, altrimenti si sarebbe sicuramente ustionata. Nelle corsie normali, però, ritornavano un'altra volta delle mattonelle di colore diverso, questa volta però anziché una linea, queste coprivano degli ampi tratti nel passaggio, per cui non sarebbe riuscita a superarle. Erano quattro strisce in tutto, su ogni corsia, ad intervalli regolari. Ai muri della sala, neanche a dirlo, vi erano dei nuovi fori... Altre trappole... In questo caso, però, non vedeva modo per riuscire a passare... Non c'erano appigli alle pareti, o almeno non a quelle vicine a lei... Non sarebbe riuscita a passare, se non calpestando almeno qualcuna di quelle piastrelle... Lara cercò di capire con cosa aveva a che fare adesso, avvicinandosi alla corsia più vicina, e alla sezione di pavimento di colore diverso. Provò di nuovo a premere col piede, sulla sezione più vicina, per vedere con cosa aveva a che fare... Dai fori laterali iniziarono a sprigionarsi fiamme, lanciate nella sala per difenderla dagli ospiti sgraditi. Ma con sua grande sorpresa, queste non erano dirette verso di lei: anzichè verso la sua posizione, le fiamme si sprigionarono a diversi metri di distanza, in cima alla corsia che aveva imboccato anziché li sul fondo dove si trovava lei... Ritrasse il piede istintivamente, per poi poggiarlo ancora, notando come le fiamme continuassero a sprigionarsi in quella posizione anziché verso la sua. Le mattonelle dovevano essere collegate a fori differenti e non direttamente a quelli più vicini. Sarebbe stato così per tutte o forse avrebbero rivelato qualche altra sorpresa? Lara si avvicinò alla successiva serie di mattonelle dai colori scuri, provando con cautela a testarle. Immediatamente, saltò indietro, prima che le fiamme la avvolsero... Quelle erano collegate con i fori direttamente attigui, a quanto sembrava... Come passare allora? Non poteva saltare cosi in lungo, e sicuramente non avrebbe potuto appendersi ai fori, poiché molto probabilmente se l'avesse fatto sarebbero partite le fiamme, come con i dardi nella stanza che aveva superato in precedenza. L'unico modo per controllare sarebbe stato saltare verso di questi ed appendersi, ma cosi facendo non avrebbe avuto opportunità di scansarsi nel caso avesse avuto ragione e le fiamme fossero partite lo stesso, finendo bruciata viva. Un rischio troppo grande per poterlo correre, specialmente visto che forse c'era un alternativa. Il muro alla sua destra presentava un'apertura che collegava la sua corsia con quella attigua, anche se divise dai dislivello pieno di carboni ardenti. Questi però erano più corti delle mattonelle nere, avrebbe potuto saltarli. Doveva provare... Lara saltò nella corsia vicina, atterrando appena oltre i carboni ardenti. Volendo avrebbe potuto saltare anche nell'altra corsia, la terza, e da li all'ultima dato che tutti i muri avevano quel passaggio, ma Lara sospettava di essere già sulla corsia giusta... Forse lo schema era molto semplice dopo tutto... Provò a premere le mattonelle davanti a se, e queste risvegliarono i fuochi attinenti alla striscia di mattonelle successiva a quella che stava premendo. Lara credeva di capire lo schema. Snobbò il passaggio tra i muri che avrebbe potuto saltare per tornare nella corsia da cui era partita, proseguendo la marcia arrivando alla terza macchia di mattonelle di colore scuro, premendole con cautela, ma queste accesero i fuochi della macchia che aveva appena superato, come prevedeva. Saltò di nuovo nella prima corsia, grazie ad un altro passaggio tra i muri, calpestando l'ultima macchia di mattonelle. Come sospettava, queste accesero i fuochi della prima lista di mattonelle che aveva superato. Alla fine, lo schema era abbastanza semplice. Superato le corsie di fuoco, Lara finì nell'ultima stanza della piramide, il sepolcro di Osiride. Un grande sarcofago d'oro era posto nella stanza, sotto una luce filtrante dal soffitto, sopra diversi basamenti di forma rettangolare posti l'uno sopra l'altro in ordine di grandezza simboleggiando una piramide. I corridoi che aveva superato prima le avevano raccontato del testamento del dio, per cui non si stupì se il sarcofago di questo presentasse solo l'incisione 'Qui giace Osiride, il grande faraone, dio della fertilità, dell'agricoltura e della civiltà.' Lara esaminò il sarcofago, decidendo quindi di aprirlo. Il coperchio d'oro era pesante da aprire, ma con un po' di sforzo riuscì a far scivolare il coperchio di lato, scoprendone il contenuto. Lara vide quindi il corpo di Osiride, ma non fu quello che si aspettava... Dentro il sarcofago, vi era una piccola statuetta, non più grande di un ciondolo, adagiato su delle bende di seta e fiori, anche se questi erano appassiti e rovinati dal tempo. La statuetta era fatta di smeraldo e d'oro, raffigurante un corpo umano... O forse, divino. Osiride era raffigurato con la pelle verde, per cui il materiale calzava con la sua effige. L'oro invece era usato per il copricapo e le vesti. Ma quello che sorprese Lara furono degli incavi sul petto e sul ventre del monile. I fori raffiguravano delle viscere, le interiora strappate e conservate nei vasi canupi, sicuramente... Quindi, per ottenere il potere di aprire la porta del regno dei morti avrebbe dovuto recuperare gli organi strappati e riunirli alla statuetta? Così dicevano i geroglifici che aveva esaminato prima. Lara prese la statuetta, infilandosela nella cintura in quanto non aveva il suo fido zaino con se, cercando una via di uscita. Non le fu difficile trovarla. Poco oltre il sarcofago, riusciva a vedere una piccola colonna di roccia quadrata, con degli scalini scolpiti che davano verso l'alto, verso il soffitto. Appena Lara ci mise mano, tutti gli scalini all'unisono si abbassarono di qualche centimetro, muovendo un meccanismo segreto, aprendo quindi il soffitto sopra di lei creandole una via di uscita. Scalandola, Lara si ritrovò nella sala d'ingresso, sotto lo sguardo vigile delle statue di pietra, sbucando proprio nel punto del pavimento dove le mattonelle avevano un colore diverso, come aveva notato all'entrata. Di diverso dall'entrata, però, c'era qualcos'altro. Sulla soglia, vi erano delle persone. I mercenari di Von Croy. Questi stavano facendo qualcosa all'esterno, esaminando le catene che reggevano i contrappesi dell'entrata. Uno di loro, però, si fece avanti. probabilmente era il capo, dato che rispetto agli altri che avevano degli abiti orientaleggianti questo vestiva con una tuta mimetica kaki, non portando neanche la kefiah sul viso, rivelando per intero il volto sbarbato ed i capelli a spazzola castani. "I miei complimenti, signorina Croft. Il capo aveva ragione su di lei. Il suo aiuto c'è stato molto prezioso. Ora, se non avesse niente in contrario, mi consegni quanto ha trovato." disse l'uomo, mentre si stampava un sorriso sul suo volto. "A dire il vero ce l'avrei qualcosa in contrario." Rispose l'archeologa, per niente intimidita. L'uomo perse il sorriso, mentre gli altri mercenari alzavano le armi contro di lei, puntandola con dei mitragliatori, ma proprio mentre facevano così, qualcosa sembro accadere... Della polvere, come della sabbia iniziò a scivolare dalle statue. Lara se ne accorse, ma sembrava che gli uomini li presenti non ci avessero fatto caso. Il comandante fermò gli altri prima che potessero fare fuoco alzando un braccio, ritornando a sorridere. "Che peccato... Speravo che potessimo parlare più civilmente... A quanto pare, sarò costretto a rivedere i miei piani, uccidendola con le mie mani anziché lasciarla qui a morire in questa tomba sotterranea." Disse l'uomo, estraendo un paio di pistole, mentre attorno a lui la polvere continuava a cadere dalle statue, copiosa... Un leggero ruggito risuonò nella stanza... "Ma che..." D'un tratto, le statue si animarono, iniziando a muoversi... I guardiani della tomba si erano risvegliati, forse a causa di un meccanismo segreto, o per aver percepito le cattive intenzioni dei nuovi intrusi... Lara non stette a pensare a quale soluzione fosse la più sensata, sapeva solo che quel nuovo colpo di scena giocava a suo favore. Veloce, si fece da parte, mentre le statue si fiondavano contro gli uomini. Questi iniziarono a sparare, rivelando che la pietra si era indebolita nel corso degli anni, facendo fuori alcuni guardiani, ma gli altri presero il loro posto, attaccando gli intrusi con le loro armi, uccidendoli. Il capitano tentò di correre fuori, ordinando ai due uomini rimasti fuori dell'ingresso di far saltare tutto, ma prima di riuscire a scappare venne preso da una statua che lo rilanciò verso l'interno... L'uomo era ancora vivo, ed iniziò a sparare alle statue, mentre vedeva gli altri due all'esterno eseguire gli ordini facendo saltare le catene prima di darsela a gambe, chiudendolo all'interno della piramide ora che il portone era ricaduto pesantemente, chiudendo il passaggio. L'uomo abbatté degli altri guardiani, notando come rimaneva solo lui in piedi. O meglio, lui e l'archeologa. Si girò verso di lei, facendo fuoco, ma questa si riparò lanciandosi dentro alla botola da cui era emersa. L'uomo tentò di seguirla, ma c'erano ancora alcuni guardiani di mezzo. Li eliminò, dando però tempo alla ragazza di organizzarsi li sotto. Appena sceso, vide il sarcofago scoperchiato, e le corsie davanti a se. L'uomo si fece avanti cautamente, cercando l'archeologa "Vieni fuori! Vieni fuori ovunque tu sia! Siamo intrappolati qui in due, mia cara! Ma stai sicura che ne rimarrà solo uno!" disse, mentre cercava la ragazza. Questa era quasi sul fondo della prima corsia. L'uomo sparò, entrando anche lui nella galleria, non notando le mattonelle di colore diverso. La ragazza fu la prima a raggiungere le mattonelle sul fondo, iniziando a calpestarle poco prima che lui calpestasse quelle in cima. Le fiamme avvolsero l'uomo, mentre Lara riuscì a schivare quelle che si scatenavano nella sua posizione essendo arrivata oltre la sua traccia di piastrelle poco prima che l'uomo calpestasse quelle in cima alla corsia. Il mercenario si scosse, rotolandosi a terra per spegnersi. Era ferito, ma non così gravemente. Per fortuna aveva fatto in fretta a spegnersi... Si rimise in piedi, cercando la donna che gli aveva giocato quel brutto tiro. Era passata sulla seconda galleria, e sembrava aspettare che anche lui imboccasse quella strada. Ma ora l'uomo sapeva delle piastrelle. Sparò alla donna, facendola allontanare, prima di addentrarsi nella seconda corsia, arrivando sulle piastrelle di colore diverso. Questa volta, però, essendo su una corsia centrale, le fiamme scaturite dalla prima macchia di piastrelle si scatenarono sulla sua stessa posizione, bruciandolo ancora... L'uomo si gettò ancora a terra, per spegnersi... Ormai aveva i vestiti anneriti, i capelli bruciati, ed ustioni su tutto il corpo... Ma non poteva darla vinta a quella dannata donna! Si fece avanti di nuovo, tornando nella prima corsia, superando la prima striscia di piastrelle sapendo che queste erano collegate con la trappola sul fondo. Passò incolume, proseguendo. Non sapeva a quale trappola fosse collegata la seconda serie di piastrelle, ma vedeva un passaggio su cui passare alle altre corsie. Prese la rincorsa e saltò, per arrivare sulla seconda corsia. E li ci fu una nuova sorpresa. L'archeologa, ancora lei. Era li, davanti a lui, mentre saltava. Lo stava aspettando, forse? L'uomo sparò per colpirla, senza lasciarla avvicinare. La donna schivò, ricominciando a scappare. L'uomo tentò di inseguirla, vedendola superare incolume la sezione di piastrelle scure davanti a lei. Non era riuscito a vedere quale trappola era collegata con quelle, ma aveva visto che non rilasciavano fiamme sopra di esse quando le si attraversavano, per cui si fido andandoci sopra, proprio mentre Lara sprintava verso la terza striscia di mattonelle, rotolandosi di peso sopra. Come l'uomo calpestò le sue, la trappola della terza fila si attivò, facendo fuoriuscire le fiamme ancora una volta nella sua posizione. L'uomo finì arrosto ancora una volta, urlando per il dolore... Perse la presa sulle pistole, ora che i sui abiti anziché annerirsi presero direttamente fuoco, facendolo bruciare. tentò di rotolare ancora una volta, ma finì proprio nell'incavo che faceva da passaggio tra le pareti, finendo sui carboni ardenti, bruciando vivo. Lara tornò sui suoi passi, vedendo il cadavere andare a fuoco sui carboni ardenti. Anche se durante le sue avventure aveva già dovuto combattere per la sua vita, non le andava mai a genio dover uccidere qualcuno. La donna raccoglie le pistole lasciate dall'uomo andato a fuoco. Non aveva le fondine con se, ma poteva infilarle negli stivali, a patto di controllare bene che la sicura fosse inserita. Dopo essersi armata, tornò di sopra, nella stanza dove i guardiani avevano sistemato gli armigeri di Von Croy. La stanza era piena dei cadaveri e dei cocci di pietra dopo la sparatoria. Nonostante ne fosse felice dato che le avevano salvato la vita, Lara non capiva perché i guardiani si erano rianimati proprio in quel momento, dopo che erano entrati gli uomini di Von Croy, anziché rianimarsi quando era entrata lei, o quando era risalita dalla stanza inferiore. Forse era un antifurto a scoppio ritardato, o forse avevano intuito le cattive intenzioni dei nuovi arrivati, ma comunque, Lara si era salvata grazie a loro. Il problema ora era riuscire ad uscire, dopo che i superstiti avevano fatto cadere l'ingresso distruggendo le catene che ne trattenevano i contrappesi. Lara osservò la pesante lastra di pietra che chiudeva il passaggio... Doveva pur esserci un modo di sbloccarla, o un'altra uscita dalla piramide. Avrebbe dovuto trovare un modo alternativo per uscire di li... Ma forse non ce n'era il bisogno... All'improvviso, dopo pochi minuti, la struttura iniziò a tremare. Forse avevano posizionato delle altre cariche oltre a quelle sulle catene? O forse era la piramide stessa, dopo che aveva superato tutte le trappole, ed aver distrutto tutti i guardiani ad essere progettata per sgretolarsi cosi da proteggere i tesori di Osiride? Non c'era tempo per le domande, Lara si guardò attorno mentre la piramide tremava, e sembrava iniziare a cedere. Fu dunque la fortuna a salvarla, visto che la lastra all'ingresso tremò anch'essa. Una scossa più forte delle altre la strappò violentemente dagli infissi, facendola cadere in avanti. Il ponte davanti a se tremava anch'esso, come la piramide. Non aveva alternative se non quella di iniziare a correre, saltando oltre la porta abbattuta, ritrovandosi sul ponte ed iniziando a percorrerlo. Dal soffitto iniziavano a cadere dei massi di dimensioni considerevoli, stalattiti di pietra staccatesi visto il tremore della caverna stessa. Lara doveva fare attenzione ad i massi in caduta, e al ponte stesso che iniziava a presentare dei pericolosi buchi provocati dalle stalattiti che lo avevano centrato. Correndo a perdifiato, si accorse solo all'ultimo di una figura, la sul ponte, che correva nella sua direzione. Uno dei tirapiedi di Von Croy? Anche se... Quella sagoma... Lara si costrinse a correre più veloce, se la sagoma cercava guai, li avrebbe trovati. Ma prima di raggiungerla, un'enorme stalattite cadde dal soffitto strappando una generosa porzione del ponte. Era un salto disperato, ma non poteva fare altrimenti... Dubitava di potercela fare... Saltò con tutte le sue forze, mentre l'uomo, ora davanti a lei, urlava il suo nome dall'altra parte del ponte crollato...
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