Nella mia collezione di articoli di questo genere, l'Ouija Board o "tavola degli spiriti" detiene un posto d'eccellenza.
Il nome le venne dato da William Fuld e deriva dalle pronuncie francesi e tedesca della parola "sì", rispettivamente "oui" e "ja". Inventata tra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo dagli uomini d'affari Elijah J. Bond e Charles Kennard era principalmente utilizzata per allietare le serate della nobiltà inglese in questo gioco spiritico. Il suo utilizzo, infatti, consisterebbe nell'evocazioni di entità spiritiche che interagirebbero con i vivi attraverso le lettere dell'alfabeto poste sulla tavola.
L'utilizzo è semplicissimo: i partecipanti evocano gli spiriti posando le mani sull'ago direzionale sulla superfice. Quando questi rispondono l'ago si muove indicando le lettere che vanno a formare una determinata frase o parola. Un'altra variante in mio possesso prevede che un bicchiere d'acqua venga posato al centro e tutti i partecipanti posino le dita su degli appositi segnali. Se lo spirito evocato risponde l'acqua nel bicchiere inizia a tremare e a formare varie forme. Tuttavia viene specificato che solo la fede nella riuscita del "rituale" può dare giusta causa a quest'ultimo e l'aspetto emotivo dei partecipanti rispecchia parte integrante di tutta la procedura.
Personalmente ne ho fatto più volte uso anche se necessitavo ogni volta di un secondo presente poiché la tavola non può essere utilizzata se non in collettività. Questo la rende un "gioco ad inganni" a mio avviso, in quanto non si sa mai se il "rito" ha funzionato o è il partecipante alterno a muovere l'ago per inganno.
Nonostante non abbia il minimo dubbio che questa tavola altro non sia che un gioco, lo trovo un oggetto incredibilmente affascinante che di certo mi attira molto più di una copia del Rosarium Filosoforum od il Malleus Maleficarum. Scientificamente parlando è dimostrabile che, se i partecipanti hanno gli occhi bendati, non è possibile produrre parole di senso compiuto e che i movimenti dell'ago siano spesso dettati da una reazione inconscia generata dalla mente che produce un effetto meccanico sul corpo meglio nota come effetto ideomotorio. Esso serve a dimostrare scientificamente fenomeni medianici apparentemente inspiegabili; ma il giudizio finale va ai terzi, come al solito, nel credere o meno ai "poteri" di quest'oggetto