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DIARIO DI DONALD CARTER, Ex tossico dipendente e coinquilino di Zip

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view post Posted on 1/9/2007, 19:38
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Archeologa/Ricercatrice/Avventuriera

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DIARIO DI Donald Carter scritto interamente dall'interprete del personaggio
AUTORE : MANUEL



ATTENZIONE : Questo diario comprende narrazioni di contenuti particolarmente duri e spinti. Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto.
Descrive la drammatica vita di un ex tossico dipendente. Il suo cammino che lo porta all'auto distruzione e ad un flagello che tormenta anche il nostro mondo reale : il flagello della droga.



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view post Posted on 1/9/2007, 21:04
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AMMINISTRATRICE

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INTRODUZIONE BIOGRAFIA

Mi chiamo Donald....Donald Carter...

Rientro in quella categoria di persone la cui vita puo' essere paragonata ad un vulcano in continua esplosione e sempre con qualche sorpresa incandescente. Ho iniziato a scrivere questo diario piu' per terapia che altro , tanto per cercare di capire veramente me stesso, quello che ero, quello che sono oggi, quello che sarei potuto diventare in futuro e perche' sono diventato quello che sono oggi. Ma devo fare un passo indietro per raccontare il disastro della mia vita..Piu' correttamente dovrei dire : il disastro di quella mia ca**o di vita che ancora oggi mi mette sempre davanti a dure prove...

Mi scuso fin da ora per il tipo di modo in cui mi esprimero' per scrivere questo diario...Non sono mai stato bravo a scrivere, a scuola da piccolo avrei potuto anche andare sufficientemente bene, ma per tutta una serie di motivi di cui parlero' piu' avanti, sono stato un continuo disastro anche su quel fronte.

E ora iniziamo a scrivere questo diario....No, questa frase non mi si addice, non sono io , mi sto contenendo...

Da piccolo la psicologa mi aveva detto che dovevo essere me stesso, esprimermi come mi veniva da dentro senza soffocare quello che io ero e che sono ancora oggi...Per cui diro'.....

E ora iniziamo a scrivere questo ca**o di diario, che forse mi servira' per capire meglio me stesso e per far capire anche a chi un giorno leggera' chi era Donald Carter...

Ca**o, mi sono sempre chiesto perche' uso questa parola come se fosse il pane quotidiano....Ricordo pero' che e' stata la prima parola che avevo imparato a scrivere a scuola.... mi serviva solo una C, una A, una O e due Zeta....

Ma ora vediamo di iniziare dal principio di tutto....dalla mia famiglia....quella ca**o di famiglia che putroppo ho sempre dovuto avere come punto di riferimento...un pessimo punto di riferimento.

 
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ILENIA_UTR
view post Posted on 5/9/2007, 12:40




LA MIA FAMIGLIA



Chi sono?

Questa e' stata la domanda che mi sono fatto piu' volte nell'arco della mia vita...Anagraficamente parlando sono figlio di Cassandra e Philip Carter. Mia madre era una di quelle donne vestite sempre in modo piu' che appariscente, look alla moda, giovanile, tacchi alti e camminata disinvolta..Sigaretta in mano, capelli lunghi castani e due occhi azzurrissimi rigorosamente truccati con i quali aveva ammaliato oltre che a mio padre, anche tutti gli uomini del rione di Londra in cui vivevamo. Mia madre faceva la ...come posso definire il suo tipo di lavoro? Una che non sembrava aspettare altro che uscire di casa per andare con gli uomini piu' attraenti del rione e chissa', magari anche di tutta Londra.....Mio padre, un emerito coglio*e che le sbavava dietro nonostante sapesse quello che lei faceva alle sue spalle...Mia madre comunque a parte la sua vita all'insegna del piu' totale caos e divertimento segreto, era stata per breve tempo barista di un pub di Londra, ma non appena ne aveva avuto l'occasione aveva mollato tutto per dedicarsi solo alla casa...E sicuramente solo a quella e in quello che piaceva a lei , non a quei tre stron*i che giravano al suo interno come un marito e due figli. Ho anche un fratello, si chiama Patrik e abbastanza somigliante a me fisicamente. Sicuramente anche lui non aveva avuto una rosea vita all'insegna della spensieratezza .Ma parlero' piu' avanti di che cosa intendo....Inutile dire che cosa sarebbe potuto emergere in una famiglia come la mia dove ognuno faceva quel ca**o che voleva.....Per dare un'idea raccontero' anche un po' della mia vita infantile.... Me la ricordo benissimo......

 
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view post Posted on 9/9/2007, 02:35
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LA MIA ROSEA INFANZIA



Il mio primo giorno di scuola era stato un totale disastro....Avevo sei anni e non stavo in me dalla gioia....Il ca**o! Non avevo fatto altro che supplicare mia madre di non portarmici...Lei dritta per la sua strada, mi aveva trascinato per un braccio per tutta la strada ripetendomi in continuazione la materna frase: andiamo Donald, cerca di non farmi inca**re anche tu come tuo padre! Vedrai che a scuola avrai anche piu' occasioni di non vedere lui mentre parla con la bottiglia. E certo, perche' mio padre ogni volta che tornava a casa dal lavoro , andava dritto ad aprire la vetrina degli alcolici per addolcire la giornata lavorativa in quel modo, dato che sapeva di non poter contare sull'appoggio di una devota moglie.

"Dove hai messo la mia bottiglia? Dove ca**o l'hai messa?"

Ecco la domanda che mio padre faceva sempre ogni volta che entrava in casa andando dritto da mia madre. Quante volte ho assistito ai loro litigi su questo discorso....non facevano altro che gridarsi dietro di tutto...Ca**o, ca**o e ca**o , ecco la parola che si gridavano sempre a vicenda. Ricordo le mie nottate prima di riuscire a prendere sonno....Mi giravo e rigiravo nel letto coprendomi la testa con le coperte per non sentire quelle voci che mi martellavano nelle tempie.

" Dove ca**o sei stata! Ti ho vista entrare in portone con quello stron*o di vicino, la prossima volta lo prendo a calci e gli rompo l'osso del collo se non la smette di avvicinarsi a te"

Ecco una delle frasi che sentivo gridare da mio padre.

" Ca**i miei, lasciami in pace e posa gli occhi sulla tua bottiglia invece di posarli nel portone!"

Ecco la risposta di mia madre.....Seguivano insulti su insulti sempre piu' offensivi durante i quali mio padre rinfacciava a lei anche il fatto di aver messo al mondo due bastardi : io e mio fratello.

Ricordo ancora le lacrime che bagnavano il mio cuscino mentre sentivo tutte queste parole affettuose come specialissima buonanotte...Mi ero sempre chiesto se gli altri bambini avessero anche loro una simile attenzione prima di andare a dormire....Il mio singhiozzo lo soffocavo sotto le coperte, perche' se solo mi avessero sentito, mi avrebbero gridato altre simpatiche parole come sempre accadeva peggiorando il mio assoluto bisogno di affetto. L'affetto? E che ca**o significava l'affetto? Potevo immaginarmelo solo vedendo le scene di qualche film. Quelle rare volte che riuscivo a vedere in televisione qualcosa di decente. Mia madre si guardava sempre vendite all'asta su prodotti ginnici. Probabilmente voleva migliorare il suo corpo per essere ancora piu' invitante per la stirpe maschile. Mio padre invece trascorreva le tre ore notturne davanti ad un televisore davanti un ca**o di film a luci rosse e sfondo erotico. Rimasi sconcertato la prima volta che vidi simili scene sul monitor....Ero a letto quella notte e il rumore della porta del bagno mi aveva svegliato...Ricordo ancora il volume della televisione..alto anche a notte fonda come se stesse assistendo al piu' spettacolare incontro di calcio della storia......Restai impalato come uno stoccafisso quando nel varcare con gli occhi ancora assonnati la porta del soggiorno, vidi la scena di due completamente svestiti che si bramavano in una maniera che rimasi a bocca aperta...Mio padre sopraggiunse alle mie spalle posandomi una mano sulla spalla.

"Donald...che cosa fai sulla porta, vieni, vieni a vedere anche tu le gioie della passione. Lo sai come sei nato tu? Vieni, vieni a vedere con i tuoi occhi, ormai sei grande per capire che non e' quella ca**o di cicogna ad averti portato qui "

Ecco quello che mi disse mentre rideva e si versava da bere...Avevo solo sei anni.....Mi fece sedere accanto a lui sul divano...Io scuotevo la testa come per fargli capire che non volevo vedere, come se dentro di me sentissi che non era una cosa bella quella che mi si presentava davanti agli occhi su quel monitor.Ma lui mi trascinava sul divano abbracciandomi a lui. Ecco l'unico momento in cui sentivo un braccio intorno alla mia spalla......mentre mi faceva vedere le piu' grandi performance erotiche di due perfetti estranei dentro un ca**o di monitor. Mia madre entrava nel soggiorno per prendersi da bere, mi vedeva li' con mio padre che mi illustrava spiegandomi tutto quello che appariva in tv e lei si limitava a commentare con un :

"non fargli vedere troppe cose, o un giorno o l'altro andra' a violentare qualche compagna di scuola"

Rideva divertita come se fosse stata la piu' grande barzelletta mondiale.... Tornai nel mio letto alle tre di notte con faccia stanca e ancora sconcertata e il giorno dopo a scuola mi sembrava di sentire nelle orecchie ancora quei vocii che tanto sembravano allietare le notti insonne di mio padre...

"Donald, ci sei?"

La voce della maestra che si era accorta della mia assenza psicologica in aula mi richiamava all'attenzione spesso e volentieri.

" A cosa stai pensando?"

La guardavo mentre lei sorrideva .

" Stavo pensando che la lezione e' noiosa e potrei violentare qualche mia compagna, mio padre mi ha fatto vedere come si fa facendomi guardare la televisione di notte"

Ecco, un giorno le risposi questo e lei mi guardo' con la stessa espressione di quando qualcuno ingoia il piu' viscido animale. Non parlo del casino che venne fuori....Il preside ando' a chiamare i miei che una volta a casa mi riempirono di botte per aver detto una simile frase..Da quel giorno evitai di alzarmi durante la notte per la paura di imbattermi in mio padre e in certi programmi televisivi che mi avevano portato a prenderle di santa ragione....

 
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view post Posted on 10/9/2007, 23:45
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UN BACIO PROIBITO COMPRATO COL SILENZIO
FEBBRAIO 1983



Era una soleggiata giornata di febbraio....Avevo sette anni ...Mio padre era uscito per andare a lavorare. In quel periodo faceva il ferroviere, uno dei tanti lavori che aveva fatto per mandare avanti quella stron*a di famiglia che si ritrovava. Mia madre invece anche quel giorno era rimasta indisturbata in casa a pedalare sulla ciyclette...Spesso mi soffermavo a guardarla di nascosto....Era cosi bella che mi incantavo a guardarla, e nel vederla in silenzio e impegnata in qualcosa, la rendeva quasi come una madre normale anche se non si degnava mai di avvicinarsi a me per dirmi qualcosa di materno, di dolce, o di farmi una ca**o di carezza come vedevo farla fare dalle mamme dei miei compagni di classe. Ma tanto che ca**o era una carezza per lei? Solo un'inutile perdita di tempo che le avrebbe fatto perdere 10 fottuti secondi di cyclette o di che ca**o stava facendo in quei momenti...Non riusciva a trovare nemmeno il momento di farmela alla sera, prima di addormentarmi ...No, troppo faticoso per lei soprattutto a quell'ora quando doveva fingere di dormire agli occhi di mio padre per chissa' quale strano motivo...Solo da piu' grande capii che lo faceva per evitare di assecondare i desideri intimi di un marito che poteva solo sognare di poter passare almeno dieci minuti di intimita' con la propria moglie. E veniamo a quella giornata di cui stavo parlando prima...a quella ca**o di giornata.....Stavo giocando sdraiato sul pavimento della mia stanza tenendo in mano due legnetti e agitandoli come se fossero bacchette di batteria...Uno dei miei sogni quello di suonare la batteria.... Il campanello suono' , ma io rimasi a giocare con i miei legnetti perche' tanto sapevo che non sarebbe stato nessuno di importante a venire a farci visita....O almeno questo era quello che avevo creduto io..mi sbagliavo...c'era qualcuno che quel giorno era venuto con la grande voglia di salutare mia madre.....mio zio Andrew e fratello di mio padre...Mio zio era l'unica persona che ogni tanto si degnava di rivolgermi qualche parola e che riusciva a trasmettermi un po' di allegria...la stessa cosa che doveva far scaturire in mia madre visto che quel giorno la sentii ridere in modo particolare...Cosi' lasciai una delle mie preziosissime bacchette e uscii dalla mia stanza per andare a salutare mio zio....Ricordo ancora il mio sorriso, quando svani' in un attimo non appena varcai la soglia della porta a piedi nudi quasi correndo.....Rimasi con gli occhi spalancati per la sorpresa quando vidi mio zio e mia madre avvicinarsi in modo strano per poi sorprenderli a scambiarsi un bacio...e non uno di quei baci innocenti tra parenti o amichevoli..Uno di quei baci che solitamente si scambiavano i fidanzati o i genitori dei miei compagni di classe......Non sicuramente il genere di bacio che vedevo tra mia madre e mio padre....Rimasi a bocca aperta lasciandomi cadere dalle mani la "bacchetta" che avevo portato con me. Il rumore desto' l'attenzione di mia madre che si giro' all'istante verso di me correndomi incontro e mollandomi un ceffone come se avessi fatto la cosa piu' assurda del mondo nell'essere entrato in quella stanza.

"Donald! Quando imparerai che non devi entrare nelle stanze senza aver prima bussato o aver visto che sono vuote!Quando imparerai a fare come tuo fratello!"

Altro ceffone per poi vederla chinarsi davanti a me in ginocchio.

"Guai a te se dici quello che hai visto ! Se apri quella bocca con tuo padre, ti riempio la bocca , le orecchie e il naso di schiaffi!"

Per rendermi le cose piu' inquietanti poi sopraggiungeva anche mio zio che piu' di mia madre sembrava preoccupato e mi afferrava per il braccio ripetendomi le stesse cose di mia madre....Leggevo nei suoi occhi la paura....la paura di mio padre....capace di tutto soprattutto quando tornava a casa ubriaco...Promisi a mia madre e mio zio di non entrare mai piu' in quel modo nelle stanze e che non avrei mai parlato con nessuno di quello che avevo visto....Sarebbe rimasto un mio segreto....Mio zio mi arruffava i capelli ogni volta che trovava in me questo genere di complicita'....Mia madre invece si limitava a sganciarmi qualche banconota per comprare il mio silenzio e andare a comprarmi quello che piu' mi passava per la testa a quell'eta'....Imparai a capire gia’ d’allora quanto potevano essere importanti i soldi per nascondere qualcosa che mai e poi mai avrebbe dovuto saltare fuori….

 
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view post Posted on 13/9/2007, 22:11
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I LITIGI DEI MIEI


Dire che la mia infanzia sia stata all’insegna delle cose e degli eventi piu’ rosei, sarebbe la piu’ grande cazzata da dire su di me….Sette anni, un’eta’ in cui ogni bambino non desidera altro che poter trascorrere un po’ di tempo con i propri genitori, magari giocando con un padre che possa esserti anche come un grande amico…Avrei voluto giocare a calcio con lui come vedevo fare i padri degli altri bambini soprattutto nel parco vicino casa mia…Invece mio padre che ca**o poteva saperne di un pallone o la gioia che avrebbe potuto dare ad un figlio vederlo allungare un piede verso un fottuto pallone? No, lui era il re di come allungare meglio le mani e alzare la voce..Fin da piu' piccolino avevo potuto vedere quanto mio padre poteva essere burbero e carico di energia nell’alzare la voce a mia madre, ma mai avrei potuto immaginare che sarebbe stato capace anche di alzarle le mani…..Era una calda serata di agosto quando ebbi modo di verificarlo…Stavo giocando con delle automobiline in camera mia , quando improvvisamente sentii degli alteramenti di voce.La cosa non mi stava sorprendendo molto, ero ormai abituato a sentire i miei gridarsi di tutto anche nelle ore piu’ piccole della notte,ma quella sera qualcosa inconsciamente mi fece alzare per andare a vedere che cosa stesse succedendo.Le voci provenivano dalla camera da letto dei miei…..Spinsi la porta lentamente nel sentire le voci sempre piu’ forti in cui i miei si stavano facendo i piu’ grandi insulti a vicenda ma rimasi a bocca aperta quando nell’aprire la porta, vidi mio padre proprio nel momento in cui stava colpendo mia madre in pieno viso con un sonoro schiaffo.Mia madre perse l’equilibrio andando a sbattere contro lo spigolo di un mobile e cadde a terra toccandosi un fianco dal dolore….La cosa piu’ istintiva che mi venne da fare , fu di correre per soccorrere mia madre nonostante lei non mi avesse mai dimostrato il minimo gesto di affetto…La mia irruzione nella stanza pero’non fece altro che alimentare l’ira di mio padre che mi spinse via dalla stanza dicendomi che non dovevo mettermi in mezzo e che un giorno avrei capito il motivo di quegli schiaffi.

“Quando avrai una moglie che non ti fa sentire uomo capirai Donald!”

Ecco le parole che mi disse…Quella volta non potevo ancora capire a cosa mio padre si stesse riferendo, capii solo alcuni anni dopo che mio padre era in collera con mia madre al punto di alzarle le mani, perche’ lei non assecondava i suoi desideri sessuali e intimi.Mio padre forse aveva gia' capito che aveva accanto una donna che non lo assecondava perche’ evidentemente aveva trovato fuori di casa qualcuno a cui offrire senza riserve tutta se stessa. Quella sera fui costretto a tornare nella mia stanza continuando a sentire mio padre che maltrattava mia madre….E spesso e volentieri la cosa accadde ancora soprattutto quando lui tornava a casa dopo aver bevuto qualcosa di forte fuori con gli amici.Imparai presto a dover ignorare le grida di mia madre mentre cercava di respingere mio padre intimamente…..Ormai la notte per me era diventata come la scena di un film la cui visione avrebbe dovuto essere attuabile solo in un’eta’ adulta…Ma io stavo ormai diventando come il piu’ fedele telespettatore di simili film, e il set di scena era niente di meno che la camera da letto dei miei.
 
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view post Posted on 17/9/2007, 14:08
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IL MIO PRIMO BACIO A 7 ANNI




C’e’ chi ricorda il primo bacio dato da adolescente come un qualcosa di speciale che ti fa sentire come chi ha volato fra le nuvole del cielo. Palle! Io provai il mio primo bacio all’eta’ di sette anni e senza averlo mai nemmeno desiderato….Ricordando il bacio che avevo visto scambiarsi mia madre con mio zio alle spalle di mio padre, un pomeriggio mentre stavo disegnando ca**ate sul banco di scuola con la mia compagna di banco, sentii l’impulso di vedere che cosa avesse potuto significare un bacio con una persona….e in quel momento l’unica persona con cui poterlo verificare era proprio Sarah, con la quale mi stavo cimentando in una gara di disegni. In quel momento mentre stavamo aspettando che la maestra rientrasse in aula dopo la pausa, lanciai via la matita colorata fissando Sarah in modo strano..Ricordo ancora la sua espressione interrogativa mentre mi chiedeva : “Donald, perche’ mi guardi cosi? E perche’ hai lanciato via la matita? Non ti va piu’ di disegnare?”

Io preso da chissa’ quale impulso le risposi un semplice : “ non mi va piu’ di disegnare perche’ voglio provare a fare una cosa che ho visto fare da mia madre e mio zio”

Le mie innocenti parole suscitarono curiosita’ in lei che quindi inevitabilmente mi chiese che cosa….Le diedi un bacio dritto in bocca lanciandomi come se fossi un campione di tiro al bersaglio per centrare al primo colpo le innocenti e rosee labbra di lei….Rimase impalata senza sapere cosa fare sotto gli occhi sorpresi degli altri bambini che erano con noi. Iniziai a sentire voci che acclamavano :” Ehi!! Donald bacia Sarah!! Maestra, maestra, Donald bacia Sarah!!”

Quella testa di ca**o di Robert corse per tutta la scuola con una voce snervante acclamando queste parole come se fosse lo straziante suono di un allarme che scatta in occasione di qualche tragica disgrazia.La maestra entro’ in aula tirandomi per un braccio e mettendomi in castigo per tutta l’ora con la testa contro il muro. Nemmeno avessi provato a fare qualcosa di brutto!Ca**o avevo solo voluto provare a dare un bacio innocente..Inutile dire che poi la cosa giunse alle orecchie di mia madre….Quando le spiegai che avevo semplicemente fatto quello che le avevo visto fare con mio zio, quasi non mi ci mise lei in castigo con la faccia contro il muro.

“Per questa volta non diro’ nulla a tuo padre, ma che non si ripeta piu’! Sei troppo piccolo per andare gia’ in giro a baciare le bambine!”

Ecco una delle frasi di mia madre che si guardo’ bene nel non dire a mio padre l’accaduto visto che la mia era stata un’azione fatta in conseguenza a quello che avevo visto fare da lei e mio zio…..Se non altro una settimana dopo Sarah si avvicino’ a me dicendomi:
” Ehi Donald…volevo dirti che tua madre e tuo zio hanno fatto una cosa molto bella....."Quella volta fu lei a darmi un bacio….Nessun bacio intimo si intende, anche perche’ non conoscevo ancora l’esistenza del vero bacio passionale…Ma l’uso della lingua per i baci lo scoprii solo alcuni anni dopo….ma di questo parlero’ in seguito.

 
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ILENIA_UTR
view post Posted on 20/9/2007, 11:33




UN TRAUMATICO SHOCK



Circa tre mesi dopo accadde qualcosa nella mia vita che mi provoco’ gravi problemi psicologici..Era dicembre, nevicava e si avvicinava Natale.Per le strade si sentivano musiche natalizie e vocii di gente che entrava e usciva dai negozi alla ricerca di regali da comprare…Uscii con mio padre per andare a comprare dei regali…I miei genitori mi privarono anche di poter credere per un po’ all’esistenza del buon vecchio papa’ natale….Mentre tutti gli altri compagni di classe mi raccontavano di aver scritto letterine a Babbo Natale, io dovevo lottare con la tentazione di non rivelare nulla a nessuno. Ero piccolo ma dentro di me sentivo che avrei dato un grande dispiacere agli altri nel dover rivelare che in realta’ il grande eroe che arrivava su una slitta di renne non era mai esistito e che mai sarebbe esistito. Quel giorno alle soglie del Natale, stavo girovagando con mio padre tra alcune bancarelle, quando all’improvviso mi chiese di salire in casa perche’ si era dimenticato il portafogli.Salii le scale correndo come un pazzo perche’ sapevo quanto mio padre detestasse aspettare, peggio ancora in strada…Mi diede le chiavi...Aprii la porta con cautela e lentezza, era la prima volta che usavo la chiave per aprire la porta di ingresso. Aprii quella ca**o di porta con il sorriso di un eroe che vince qualcosa e andai alla ricerca di mia madre…Tutto era silenzioso…dalla camera da letto dei miei si intravedeva solo una fioca luce… La porta era socchiusa e dal suo interno ad un certo punto iniziai a sentire delle voci….Piu’ che voci erano mormorii esprimenti piacere di qualcosa….Mia madre e qualcuno erano in quella stanza ..Li sentivo..sentivo come si parlavano a bassa voce elogiandosi a vicenda su quello che stava accadendo fra di loro….Mi avvicinai con le gambe che iniziarono a tremare come se avessi capito che avrei visto qualcosa che mi avrebbe fatto stare male….Spinsi lievemente la porta guardando all’interno…E in quel momento vidi mia madre completamente nuda sul corpo altrettanto nudo di mio zio Andrew..Lo stesso col quale l’avevo vista scambiarsi un bacio circa tre mesi prima…Rimasi come una statua ad osservarli…Le gambe mi tremavano, i miei occhi erano cosi spalancati che per qualche miracolo non mi stavano schizzando fuori dalle orbite…Mia madre e mio zio erano cosi’ presi dalle porcate che stavano facendo sotto i miei occhi, che nemmeno si accorsero della mia presenza…..Li osservai per diverso tempo…quello che bastava per capire che cosa stessero facendo…le stesse cose che avevo visto fare in televisione da perfetti sconosciuti in programmi televisivi che mio padre mi aveva fatto vedere diverse volte nel cuore della notte….Solo che quel giorno stavo assistendo allo show piu’ erotico dal vivo e la protagonista era la mia stessa madre…Nemmeno l’attenzione di non fare simili cose in casa nostra e solo dopo dieci minuti che io e mio padre eravamo usciti di casa….Suppongo che mia madre e mio zio avessero avuto voglia di intense emozioni per arrivare ad una simile imprudenza….Un’imprudenza di cui pagai pero’ io le conseguenze…Mentre continuavo a vedere mia madre su mio zio mentre si concedevano l’uno all’altra con totale liberta’, i miei occhi si riempirono di lacrime..Sentivo gli occhi gonfi e la grande voglia di sfociare in un pianto dirotto, ma l’idea di dover ricevere schiaffi e botte per non aver ancora una volta bussato alla porta mi impedi’ di fare il minimo rumore…Mi allontanai dalla stanza percorrendo il corridoio a passo lento e silenzioso….Andai nel soggiorno alla ricerca del portafogli di mio padre trovandolo sul tavolo..Lasciai l’appartamento scendendo le scale con la lentezza e la depressione di chi sta andando a farsi crocifiggere…Raggiunsi mio padre consegnandogli il portafogli senza pronunciare parola…Lui si limito’ a guardarmi pronunciando un : "ce ne hai messo di tempo!!Pensavo ti fossi perso nelle scale!"Proseguimmo il pomeriggio andando a comprare regali di Natale fra cui anche qualcosa per mio zio Andrew.
“ Che dici Donald, piacera’ a tuo zio?”Ecco la domanda che mio padre mi fece a bruciapelo..Rimasi a fissare la maglietta che lui mi stava indicando …Non poteva immaginare che in quel preciso istante mio zio, nonche’ il suo amato fratello, si stava scopando la moglie. Cercai di rispondere a quella domanda, ma qualcosa mi impedi’ di parlare….Mi limitai ad annuire….E continuai a non parlare per tutto il pomeriggio…..Il suono della mia voce non fu piu’ potuto sentire da nessuno ne’ quel giorno, ne’ per tutti i giorni seguenti per circa quattro mesi perche’ persi la parola per lo shock di quello che avevo visto. Mia madre e mio padre non seppero mai il motivo della perdita della mia parola….Non parlai con nessuno mai di quello che avevo visto, non lo dissi nemmeno alla psicologa che mi accollarono dopo essersi resi conto che dentro di me doveva essere accaduto un grave problema.Le mie sedute con la psicologa si limitavano ad ascoltare lei perche’ lei aveva ben poco di sentire da me….L’unica cosa positiva erano le carezze sul viso che quella perfetta sconosciuta mi faceva per cercare di tranquillizzarmi e di farmi sbloccare tornando a parlare…Aveva capito che doveva essermi accaduto qualcosa di grave, ma nemmeno quando lentamente recuperai la parola,riuscii a raccontarle tutto. Il terrore di avere botte da mia madre e mio zio mi impedirono di raccontarlo anche a quella psicologa che aveva cercato di fare l’impossibile per farmi parlare…..Sapevo che se avessi parlato, lei avrebbe riferito a mia madre il motivo per cui non riuscivo piu’ a pronunciare parola….Quel terrore li’ e la paura che mio padre arrivasse a conoscenza di una simile cosa, mi fecero continuare a tenere chiuso dentro di me quel terribile segreto che mi portai avanti per tutti gli anni dopo e che non rivelai mai a nessuno nemmeno nel corso della mia vita.
 
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view post Posted on 27/9/2007, 15:15
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IL DIFFICILE RITORNO A SCUOLA


Il recupero della mia parola fu un processo molto lungo e paziente…..I miei genitori non seppero mai il motivo per cui non riuscii piu’ a pronunciare una sola sillaba….Non riuscii piu’ nemmeno a guardare mia madre negli occhi..Avevo sempre l’immagine di lei e mio zio in quella stanza mentre si concedevano alle spalle di mio padre…La dottoressa Denise fu l’unica che riusci’ in qualche modo a scalfire la mia corazza….mi sembra di sentire ancora il calore della sua mano mentre cercava di farmi tornare a non avere paura di parlare..forse l’unica mano che riuscii a sentire su di me affettuosamente in quell’eta’…Ebbi naturalmente anche difficolta’ a tornare a scuola e a riprendere gli studi…Cercai di rimettermi a studiare , ma la voglia era quasi nulla e l’apatia stava prendendo su di me sempre di piu’ il sopravvento.Ricordo giornate e giornate intere aperte sulla stessa pagina del libro..la mia mano che impugnava la penna giocherellandoci senza pero’ avere nessuna intenzione di scrivere….Se poi si mettevano anche le voci e le grida dei miei genitori che puntualmente litigavano per qualsiasi cavolata, recuperare i quattro mesi persi a scuola divento’ sempre piu’ difficile.Fortuna che il mio carattere mi aiuto’ a trovare la forza di reinserirmi a scuola e allo studio anche se la scuola la detestavo.Dovetti soprattutto continuare a reagire perche’ mi ritrovai a far fronte ai comportamenti sempre piu’ violenti di mio padre che doveva aver iniziato a capire i tradimenti di mia madre…Iniziai a vederlo tornare a casa sempre piu’ spesso alterato sotto effetto dell’alcol, perche’ inizio’ a prendere l’abitudine di fermarsi dopo il lavoro al bar con gli amici per affogare i suoi dispiaceri e pensieri in quel modo….Quante volte torno’ a casa in pessimo stato…quante volte dovetti subire i suoi alteramenti soprattutto perche’ mia madre ben si guardava dal non farsi trovare a casa nel sapere che mio padre sarebbe tornato a casa sempre ubriaco…..Entrava in casa sbattendo la porta iniziando a gridare ancora prima di essersi tolto la giacca.La sua prima meta era la cucina, per la precisione il frigorifero o il mobile degli alcolici che giorno dopo giorno diventava sempre piu’ fornito..Mi chiedeva dove fosse mia madre come se io avessi dovuto sapere dove ca**o era andata a passare il tempo con mio zio o chi altri al suo posto….E non appena io gli rispondevo dicendo che non lo sapevo, lui iniziava ad urlare come un pazzo prendendo la bottiglia e iniziando a bere come una spugna sotto i miei occhi.Restavo impalato a fissarlo senza nemmeno rendermi conto che piu’ continuavo a restare li’ e piu’ lui si alterava innervosito….Non ricordo quante botte mi dava ogni volta, ricordo solo il dolore e i segni dei lividi che sempre piu’ spesso apparivano sul mio corpo..Quante volte mia madre rincasava trovando mio padre inferocito su di me,eppure lei che ca** faceva? Si limitava a gridare contro di lui per ricordargli che l’effetto dell’alcol non gli faceva bene e che era stanca di vederlo sempre ubriaco..Lei stanca!! E io?? Che ca**o dovevo dire io che ero ormai diventato il suo capro espiatorio per sfogare il suo malumore per colpa di lei e dei suoi tradimenti???Che ca**o importava a mia madre se vedeva suo figlio venire riempito di botte dalla mattina alla sera per qualsiasi motivo?Nemmeno mio fratello veniva picchiato come me…lui era piu’ furbo, si chiudeva in camera e non si faceva vedere mai in giro…..avrei dovuto fare anche io come lui, ma io coglio*e testardo com’ero, continuavo ad avvicinarmi a lui forse con la stupida speranza di poterlo calmare in qualche modo….Magari vedendo i miei occhi tristi…Invece il ca**o!! Se ne sbatteva altamente dei miei occhi tristi e sofferenti, continuava a parlare di quanto poco di buono fosse mia madre…“Tua madre mi tradisce, lo sai Donald? Tu scommetto che lo sapevi ancora prima di me e non mi hai mai detto niente!”Ecco la solita frase che lui mi ripeteva in continuazione ogni volta che non la trovava in casa….Seguivano botte su di me fino a quando un giorno per evitare di finire contro un mobile, rotolai sul pavimento dove mi scheggiai un dente per il colpo sul marmo….Non ne parliamo poi delle urla di mia madre non appena seppe che avrebbe dovuto sborsare i soldi per il dentista per farmi ricostruire il pezzo di dente che si era rovinato…Questo però fu niente di quello che mi accadde diverso tempo dopo e che mi fece finire in ospedale.....
 
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view post Posted on 6/10/2007, 19:21
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LA MIA DEGENZA IN OSPEDALE



Chi avrebbe mai detto che ad otto anni sarei finito in ospedale in seguito ad una spinta provocata da mio padre dopo una furiosa lite fra lui e mia madre? Non ci credetti nemmeno io nello stesso momento in cui mio padre mi spinse con violenza verso il bagno facendomi finire con la testa in un catino pieno di acido muriatico puro….Un catino che mia madre stava preparando per fare non so quali ca**o di pulizie domestiche…Di quel momento ricordo solo il mio grido quando i miei occhi vennero a contatto con l’acido e il bruciore che mi assali’ al punto di farmi impazzire….Rimasi sul pavimento divincolandomi e sfregandomi gli occhi con tale ferocia come se con quel gesto avessi potuto togliermi il bruciore….Mia madre accorse sollevandomi di peso con le braccia…Non riuscii ad aprire gli occhi, sentivo solo mia madre che gridava inveendo contro mio padre…Poco tempo dopo sopraggiunsero dei medici che mi trasportarono con urgenza in ospedale….Non ricordo molto di quei momenti se non la voce di qualche infermiere che durante il percorso in ambulanza cercava di tranquillizzarmi dicendomi: “ non ti preoccupare, ora ti portiamo in ospedale e tutto passa…Dai Donald.....sei bravo e forte….”

Poi non ricordo piu’ nulla, forse persi i sensi,forse mi addormentarono loro in qualche modo…So solo che mi svegliai in un letto d’ospedale con delle bende sugli occhi…Solo qualche giorno dopo mi dissero che avevo rischiato di perdere la vista…Rimasi in quella stanza d’ospedale al buio per non so quanto tempo, poi un giorno finalmente mi tolsero le bende e riuscii a rivedere la luce del sole….Mi sembrava di essere tornato da un viaggio al piu’ totale buio…..Al mio risveglio non trovai i miei...Figuriamoci se potevano essere presenti in un momento simile….Accanto al mio letto invece trovai un’infermiera e una bambina di nome Cindy e che non avevo mai visto prima d’allora…Poi seppi da quell’infermiera che era una bambina in degenza in quel reparto che mi aveva visto nel letto di quella stanza e che ogni giorno passava vicino al mio letto per vedere se mi avevano tolto le bende…Si era interessata a me senza nemmeno avermi mai visto prima…Diventammo amici in poco tempo dopo il mio risveglio e dopo che recuperai la vista..Era una bambina molto dolce che con la sua allegria riuscii a farmi tornare la voglia di tornare a sorridere. Stavo cosi’ bene in ospedale....Lì si che avevo trovato un vero calore sia da parte del personale medico che di Cindy…Col passare dei giorni divenni quasi la mascot del reparto..Mi conoscevano tutti gli infermieri, tutti i medici e tutti i degenti di quel reparto…Mi chiamavano tutti, mi invitavano a guardare la televisione con loro, mi facevano sentire importante…Mi prendevano in braccio.....non mi ero mai sentito cosi’ prima d’allora….Iniziai a non desiderare di voler uscire da li’….Ma giunse il giorno della mia uscita dall’ospedale…Ricordo le mie lacrime nel dover dire addio a tutti quelli che si erano presi cura di me e la mia sofferenza nel rimettere piede in casa dove tornai ad assistere ai soliti litigi fra i miei che non seppero altro che dirmi che se ero finito in ospedale era solo colpa mia per non aver mai imparato a non farmi trovare in mezzo durante le loro chiacchierate. Chiacchierate, certo ! Loro le chiamavano cosi’ le loro battaglie verbali e fisiche…Battaglie che continuai a vedere avanti nei giorni seguenti ininterrottamente…..

 
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view post Posted on 14/10/2007, 00:55
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LA SEPARAZIONE DEI MIEI



Dopo la mia guarigione agli occhi inizio’ per me un altro periodo buio in cui avrei dovuto rimettermi a studiare per recuperare le lezioni perse….Ma il mio morale era a terra,per non parlare dei dolori sulle mie spalle dovuti ai lividi e i segni che mio padre mi lasciava ogni volta ogni due sere..Mi vergognavo di uscire e non volevo che nessuno vedesse i lividi soprattutto quelli sotto l’occhio….Iniziai a saltare la scuola facendo credere ai miei di andarci mentre invece presi l’abitudine di passare le mie mattine in sala giochi con i pochi soldi che riuscivo a racimolare per strada o chiedendoli in prestito a qualche amico..Prestiti che ovviamente mai riuscii a tornare….La sala giochi era diventata la mia unica oasi di pace perche’ alienavo la mia mente in corse pazze con le moto, macchine, partite di combattimenti e via dicendo…dovevo sfogare la mia rabbia per tutto quello che avevo vissuto dalla mia nascita fino ai miei nove anni….Inutile dire che cosi’ facendo non riuscii a rimettermi in regola con lo studio, anzi saltando lezioni e non studiando piu’, finii con l’essere bocciato…Non mi soffermero’ pero’ a raccontare tutto quello che i miei mi dissero e soprattutto mi fecero…..Dovetti ripetere l’anno scolastico….Nell’estate di quell’anno poi dovetti invece accettare la separazione fra i miei…Separazione che non fece altro che peggiorare la mia serenita’ interiore perche’ visto che nessuno dei miei avrebbe voluto lasciare quella casa, decisero di separarsi in casa….vale a dire, comportarsi come se non stessero insieme vivendo pero’ sotto lo stesso tetto….Il peggio del peggio!!! Iniziai a vedere uomini arrivare in casa sempre differenti che ovviamente frequentavano mia madre, e donne di vario genere salire per fare compagnia a mio padre…I litigi continuarono ugualmente fra i miei, con l’aggravante che in piu’ si portavano in casa gente estranea sempre più frequentemente….Mio zio Andrew invece non lo vidi piu’.Forse mio padre aveva scoperto tutto, o forse mia madre aveva trovato di meglio….Fatto sta che casa mia inizio’ a diventare come una specie di bordello facendomi sconcentrare ancora dallo studio e impedendomi di poter avere un’infanzia almeno un po’ piu’ serena….Per non sentirli avevo escogitato un sistema per coprire le loro voci quando litigavano.Avevo costruito nella mia stanza una specie di batteria con diversi tipi di cartoni per dare un rumore diverso l'uno dall'altro....Cercavo di divertirmi cosi' e di non sentire le loro grida simulando un concerto alla "batteria" visto che era stato sempre un mio sogno quello di impugnare due bacchette e agitarle su tamburi e piatti..Ma dovevo accontentarmi di un paio di scatole e di due rami di albero.....Crescendo, la situazione in casa diventava sempre piu' insostenibile....E le mie notti le passavo cercando di non sentire quello che mia madre o mio padre a turno combinavano nelle loro separate camere da letto in compagnia di gente sempre diversa...Avevo solo nove anni, ma la mia situazione familiare era gia' allora totalmente disastrata...Con due genitori che si cornificavano a vicenda alla luce del sole e sotto gli occhi miei e di mio fratello....Ma tanto che ca**o importava....a nessuno importava quello che potevamo provare io e Patrik....A nessuno......

 
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LE PRIME "COTTE" INFANTILI




A dieci anni la mia vita inizio' a prendere una strana piega....Iniziavo a crescere e a capire quando le bambine anche piu' grandi della mia eta' mi piacessero sempre di piu' a tal punto da desiderare di crescere velocemente..Ricordo come guardavo qualche bambina magari anche conosciuta da poco in sala giochi o a scuola....Le guardavo con l'atteggiamento di chi non vede l'ora di crescere per poter sperimentare qualcosa di piu'... L'unica cosa che riuscii pero' a sperimentare a quell'eta' , fu il mio primo bacio "vero". Sempre che si possa chiamare vero a soli 10 anni....Diciamo tecnicamente parlando....Lei si chiamava Madison ed era la classica bambina con occhioni grandi e ridenti e coda sbarazzina....Iniziai a provare qualcosa di strano e di indefinibile ogni volta che la vedevo attraversare la strada uscendo dal palazzo vicino casa mia...Sapevo solo che mi piaceva guardarla....mi piaceva la sua risata gioiosa che mi trasmetteva allegria...Quello che non esisteva e che non era mai esistito in quella ca**o di casa in cui vivevo io....Un giorno non so cosa mi prese, ma con una scusa la trascinai nel giardino di casa sua con la scusa di volerle mostrare la tana di una tartaruga mai esistita..Lei mi credette e fidandosi di me mi seguì. La portai nel fogliame in un punto ben nascosto e lontano da occhi indiscreti....

"Donald, dov'e' la tartaruga? Io non la vedo"

Mi disse innocentemente ..Mi inventai la scusa che la tartaruga doveva essersi allontanata per farsi un giro nel giardino, e la convinsi a restare in quei cespugli per aspettare l'arrivo dell'animale che non sarebbe mai sopraggiunto....Lei accetto' e dopo un paio di chiacchiere normali con lei , le dissi chiaramente che mi piaceva.

" Sei bella...."

Le dissi questo..due semplici parole alle quali lei rispose con un sorriso che la fece quasi diventare piu' rossa di un petalo di rosa. Ma si vedeva che aveva apprezzato la cosa....Capii che anche io piacevo a lei....

"Ho imparato a baciare come fanno certi attori, sai? Vuoi imparare anche tu?"

Le chiesi ancora con un sorriso che avrebbe abbindolato anche la piu' musona ragazza dell'universo...Lei annui' come se le avessi promesso di regalarle il piu' bel gioco di bambole...Non era vero che avevo imparato a dare baci veri...Volevo semplicemente provare con lei, quello che ormai avevo visto in televisione mille volte per colpa di mio padre che durante la mia infanzia mi costringeva a vedere con lui nel cuore della notte programmi spinti....E quel giorno era arrivato....alla bella eta' di dieci anni.Mi incollai alle sue labbra chiedendomi poi : " e ora? Che cosa faccio?"

Mi resi conto che le domande stavano diventando superflue perche' istintivamente le offrii la mia inesperta lingua. Bastarono due secondi per far girare le nostre lingue come se stessimo facendo un giro in giostra! Un giro che sembrava non voler finire mai....Ci avvinghiammo nel fogliame come se fossimo veramente su una giostra che rischiava di farci cadere per la frenesia e la velocita' del giro...Poi la giostra si fermo'.....Ricordo i nostri sguardi...sorpresi e allegri come se avessimo sperimentato il piu' bel gioco del mondo.

"Donald, che bello! Dai rifacciamolo!"

Ecco il commento di Madison...Io non me lo rifeci ripetere due volte e cosi' continuammo ancora a giocare sulla nostra giostra..Una giostra che divento' il nostro gioco segreto anche nei giorni seguenti....Fino a quando sua madre ci scopri'...Madison ricevette un sacco di botte, e i suoi genitori litigarono con i miei genitori impedendo a Madison di vedermi....I miei invece si limitarono a dirmi che avrei potuto essere piu' furbo invece che farmi beccare in fragrante....Mi fecero partire sonori schiaffi solo perche' le loro litigate con i genitori di Madison, vennero sentite da tutto il vicinato, e qualche giorno dopo l'intero rione seppe che il piccolo Donald aveva fatto diventare Madison una cattiva bambina....Certo, perche' anche a quell'eta' ormai io ero gia' diventato...."cattivo" ....solo per dei baci!

 
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view post Posted on 24/10/2007, 17:45
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LA MIA PRIMA SIGARETTA





E veniamo ai miei undici anni...Quell'eta' segno' un'altra cosa importante della mia infanzia...la mia prima sigaretta...Me la ritrovai per caso fra le mani mentre frugavo nella borsa di mia madre alla ricerca di qualche spicciolo per andare a fare qualche partita in sala giochi con alcuni compagni di classe. Mi ritrovai nelle mani il pacchetto di sigarette...Lo presi in mano girandolo e rigirandolo...lo aprii....Poi accantonai l'idea di andare in sala giochi perche' venni improvvisamente assalito dalla curiosita' di provare che cosa mia madre provasse nel fumare....Lei come anche le persone adulte che incontravo sempre durante le mie giornate....Ne presi una tra le mani....Rimasi a fissarla combattuto...La voce di ma madre che mi chiamava , mi fece chiudere all'istante la borsa, ma non prima di essermi messo in tasca la sigaretta..Dopo averla nascosta per bene, andai a vedere che cosa volesse mia madre, poi uscii per andare dai miei compagni in sala giochi....

"Se vinco la partita ad occhi bendati, fumo una delle sigarette che ho rubato a mia madre!"

Ecco la frase che dissi quel giorno ai miei amici di giochi che mi guardarono perplessi e con sguardi ridenti e divertiti.

"Ma dai Donald! A chi la vuoi raccontare! E poi e' impossibile che tu vinca questa gara con gli occhi chiusi!Lo farai apposta a perdere e cosi' non fumerai nemmeno la sigaretta!"

Fu la risposta di Matt, uno degli amici che mi stavano intorno e che sembravano condividere lo stesso suo pensiero..Mi diede una spinta come per dirmi " ma chi vuoi prendere in giro" e con uno sguardo di chi stava rischiando di essere preso a sberle.....Non lasciai che nessuno dicesse piu' nulla a riguardo e mi piazzai davanti al game...Frugai nella mia tasca e presi la sigaretta appoggiandola vicino ai comandi di gioco.

"Questa qui l' ho presa a mia madre...A costo di venire qui per tutti i giorni seguenti e dimostrarvi che quando mi metto una cosa in testa, quella dev'essere, io vinco la partita e fumo quella sigaretta"

Dissi.....Matt mi guardo' incrociando le braccia con un'aria da insolente saputello scettico.

"Ma va!"

Mi diede un'altra spinta rischiando di farmi cadere dal sedile ...Niente di peggiore!Avevo lanciato un'altra sfida con quel coglio*e! Piu' che la sigaretta, avevo solo la gran voglia di prendermi la soddisfazione di vincere quella fottuta partita per dimostrare a quel coglio*e che ero perfettamente in grado di mettere alla prova me stesso.Mi feci bendare...passai tutto il pomeriggio tentando di vincere quella partita.... Persi molte volte....fino a quando le mie orecchie sentirono il meraviglioso suono del cheeck point...

"Noo! Non e' possibile!! Ce l'ha fatta!! "

Mi tolsi la benda con velocita' per guardare con i miei stessi occhi il monitor....Alzai un pugno con gesto di vittoria e fissai con occhi orgogliosi quel coglio*e di Matt che naturalmente tanto per far vedere agli altri che non avrei avuto nemmeno il coraggio di fumare la sigaretta, inizio' a dire :
"Tanto questa qui non te la fumerai mai! E poi se tua madre lo viene a sapere ti ammazza di botte!"

Lo guardai scendendo dal sedile del videogioco.

"Se me la fumo pero' io prendo a botte te! Ci stai?"

Matt mi guardo' con aria di sfida..

"Ci sto!"

Disse....Per me fu un'altra sfida....Quel coglio*e...non lo sopportavo....e si comportava come se fosse l'idolo del gruppetto e della classe...Indagai con lo sguardo nella sala giochi alla ricerca di qualcosa, poi adocchiai un pacchetto di sigarette con un accendino posati sul tavolino di due ragazzi molto piu' grandi di me...Con la disinvoltura di un ladro arraffai l'accendino, quello che mi mancava per dare avvio alla mia vittoria su quel coglio*e e trascinai tutti all'esterno della sala giochi. Accesi la sigaretta nello stesso modo in cui l'avevo visto fare a mia madre con una naturalezza impressionante sotto gli occhi di tutti, quindi diedi la mia prima tirata alla sigaretta....Ca**o, ricordo ancora la sensazione di voler vomitare dopo aver quasi ingerito il fumo.....Tossii con gli occhi che lacrimavano sotto le risate degli altri.....Arrabbiato con me stesso diedi una seconda tirata....Ando' meglio.....Una terza....sempre meglio....mi fumai tutta la sigaretta con gli occhi che pero' poi lacrimavano quasi per la gioia di aver vinto un'altra scommessa contro quel coglio*e di Matt.

"Donald ha vinto!! Donald ha vinto!!"

Ecco le seguenti esclamazioni degli altri che quasi mi ballavano intorno come se fossi il nuovo leader del gruppetto.A questo punto avrei dovuto prenderlo a botte come avevamo stabilito io e lui...Ma evitai la cosa.....Tanto avevo vinto la prova e la soddisfazione era il mio miglior premio.

"Tuo padre ti ammazza se lo viene a sapere.."

Mi disse Matt....Inutile...quella testa di ca**o voleva veramente farmi innervosire...Gli risposi che non c'era il pericolo dato che era impossibile che mi avesse potuto vedere....Ma lui mi guardo' con l'espressione di chi la sa lunga...

"Questo lo credi tu!"

Fu la sua risposta...Non diedi molto peso alle sue parole e tornai a casa con la felicita' di un campione che ha vinto i mondiali di calcio....Ma qualche giorno dopo mi ritrovai attaccato alla parete da mio padre...Quella gran testa di ca**o di Matt era andato a spifferare tutto a mio padre facendo scatenare nuovi litigi fra i miei che iniziarono ad insultarsi a vicenda.

"E' colpa tua se nostro figlio fuma a 11 anni!!"

La voce di mio padre....

Mia madre rispondeva con commenti che invece sembravano mirare a far sentire lui come una nullita' di uomo....Iniziarono a volare insulti sempre piu' pesanti fra di loro, poi naturalmente mio padre riprese quello che aveva interrotto e mi spinse contro la parete massacrandomi di botte.....Il giorno dopo andai da Matt nonostante le mie spalle doloranti e piene di lividi....Lo massacrai fino a fargli venire sangue dalla bocca...Ricordo ancora la folla che era sopraggiunta intorno a noi due che "lottavamo" per terra fino a quando un carabiniere mi venne a tirare via per evitare di assistere allo sfondamento del cranio di Matt....Ero furioso.....e avrei continuato a massacrarlo se solo non fosse arrivato il carabiniere...Finii in questura con la conseguente incaz**ura di mio padre e ulteriori botte.....E il giorno dopo andai nuovamente a casa di Matt perche' anche in quel caso lo ritenevo il responsabile delle ennesime percosse di mio padre...Matt fini' all'ospedale....E i miei genitori mi fecero cambiare scuola....Persi ancora una volta il ritmo degli studi....Ma tanto ormai non mi importava di nulla....Sapevo gia' che non mi sarei mai laureato ne' diplomato.....Ero solo in grado di vincere scommesse....

 
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UN BAMBINO CATTIVO




A volte mi domando perche' il mondo deva sempre spettegolare o farsi i ca**i degli altri come se fossero cose di cui assolutamente interessarsi..Questo lo penso ora, ma lo pensavo anche in tenera eta' quando la gente credeva che undici anni fossero insufficienti per riuscir a far capire ad un bambino della mia eta' ogni cosa....E per ogni cosa intendo di capire le dicerie e tutte le opinioni che la gente sembrava essersi fatta su di me per colpa di quella ca**o di famiglia che mi ritrovavo....Mia madre e mio padre erano separati sotto lo stesso tetto, ma si portavano in casa sempre gente diversa come se l'appartamento fosse diventato un bordello o una casa di appuntamenti. Gente che andava, gente che usciva....Ricordo le facce e le voci della gente quando uscivo dal portone...Sguardi fugaci e repentini come se stessero parlando di me per poi fingere di parlare di altro..Ma parecchie volte riuscii a capire quello che si stavano dicendo.....Come una volta...

"Guarda, quello e' il figlio dei Carter....Povero bambino con quella famiglia che si ritrova..."

Questa era una delle voci....Altre invece : " Ehi, guarda li'! Quello ha una madre che se la fa con il mio vicino di casa! "

Pugnalate che mi si conficcavano nell'anima peggio di lame vere....Sentivo queste frasi, e ogni volta andavo avanti cercando di ignorare ogni cosa... Aumentavo il passo abbassando lo sguardo come se quelle voci fossero riuscite a far sentire in colpa me per quello che era mia madre e per quello che faceva....Per non parlare del parroco del rione...Padre Raphael..Mi vedeva passare ogni mattina quando uscivo di casa per andare a scuola...Lui se ne stava in piedi all'ingresso della chiesa come se stesse attento a non farsi sfuggire un sorriso ogni volta che sopraggiungevo....Era come se sapesse tutto di me senza essere mai entrato in casa mia... Una volta mi venne incontro dicendomi che stava organizzando una festa rionale per tutti i bambini invitandomi all'evento.

"Perche' non vieni, Donald? Porti anche tuo fratello....mi farebbe piacere...e faresti amicizia con altri bambini"

Ecco le sue parole pronunciate con lo stesso tono di chi sta cercando di portarmi sulla via del calore umano...Ma quella volta non sapevo nemmeno che cosa fosse quell'emozione...Calore umano? Amicizia? Che ca**o era? Mi limitai a dire che non mi piacevano le feste e proseguii dritto per la mia strada con lo sguardo deluso del parroco.Nemmeno le lezioni di religione a scuola riuscirono a farmi uscire da quel cerchio vizioso che si era creato intorno a me e che non mi permetteva di vedere tutte le cose positive che sembravano essere quasi come il fulcro che manda avanti il mondo...Amicizia, fratellanza, amore... ca**ate ! Non esistevano tutte quelle cose!

"Donald, se un tuo amico ti fa un torto, lo perdoni o che cosa fai?"

Ecco una delle domande che l' insegnante di religione mi faceva durante l'ora..

" Lo riempio di botte e se solo prova a rifarmelo lo faccio andare nell'ospedale vicino casa mia "

Ecco la mia risposta intrisa del piu' profondo significato di amore umanitario...Ricordo lo sguardo di lei....rassegnato e sconsolato...Credo che gia' si fosse fatta un'idea della mia situazione e del mio modo di fare ,ma quel giorno sembrava abbattuta come se avesse perso definitivamente una battaglia....e io ne ero il vincitore....Col passare del tempo le cose non migliorarono anzi peggiorarono. Le dicerie sul conto di mia madre iniziarono a divulgarsi in tempi sempre piu' veloci....

"La madre di Carter se la fa con tutti....Carter! Ecco Carter! Fate finta di niente!"

Le simpatiche voci di un gruppo di ragazzini piu' grandi di me, ma coglio*i a tal punto da abbassare lo sguardo non appena mi avvicinavo passando di li....

Non si puo' dire che non passassi inosservato nella mia infanzia e soprattutto additato come il piu' grande criminale del rione....Per non parlare di quando decisi di farmi il buco all'orecchio...Non dovetti nemmeno nasconderlo ai miei perche' quando dissi che volevo farmi un buco, mia madre stranamente non me lo nego' e mi porto' da un suo fidato amico orefice....Sicuramente un piu' che amico visto che non le fece nemmeno pagare nulla per il servizio...Uscii dall'oreficeria con un orecchino all'orecchio a undici anni, forse pagato al prezzo di una notte a luci rosse fra mia madre e quel gioiellere....Ma tanto che cosa mi importava....Non la sentivo come madre, e forse non ero mai riuscito a sentirla come tale......Forse perche' per colpa sua e per colpa di mio padre io ormai ero diventato il bambino cattivo del rione....

"Carter si e' fatto il buco all'orecchio, guarda!"

Una delle esclamazioni dette con una faccia e un tono quasi allibito...Era un ca**o di buco all'orecchio, non avevo ucciso nessuno, eppure mi additavano come se ora piu' che mai fossi diventato veramente il piu' cattivo bambino del rione....Un rione che ormai iniziava a diventarmi stretto....e doloroso....

 
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view post Posted on 16/11/2007, 14:02
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RAGAZZINI DELINQUENTI





E arriviamo a Jeremy Collins....Un ca**o di nome che potrebbe non avere importanza.....mentre invece ne ha e come, perche' forse da li' parti' tutto il seguente disastro della mia vita che mi fece conoscere un nuovo mondo....

Jeremy era il figlio di un mafioso che operava clandestinamente in un sobborgo di Londra....Aveva tredici anni, solo due anni piu' di me, ma si comportava come se fosse il piu' grande delinquente da far invidia ai piu' incalliti ladri di appartamenti che apparivano sul giornale "Times" il piu' famoso quotidiano di Londra. Avevo conosciuto Jeremy ad un parco dove ero andato a passare il tempo per evitare di andare a scuola dato che non ero riuscito a fare i compiti il giorno prima.Un'ennesima lite fra i miei che mi avevano impedito di concentrarmi...Il risultato era stato di trascorrere la mattinata al parco da solo come un emerito coglio*e...Tutta quella ca**o di mattina su una panchina disegnando le piu' insensate e ridicole cose fino a quando mi si avvicino' lui...

"Ma non ti annoi?Che stronza*e stai disegnando?"

Viso vispo e furbo, capelli sbarazzini, orecchino sull'orecchio e un fisichetto da piccolo atleta sfoggiato con una canotta tutta sbrandellata...Eccolo il mio "salvatore"....Aveva ragione , mi stavo annoiando su un ca**o di block per disegni e non avevo nemmeno intenzione di tornare a casa , sia perche' non era finita l'ora della scuola, e sia perche' non avevo nessuna voglia di sentire eventuali altre litigate fra i miei....Decisi cosi' di seguire Jeremy dove lui mi disse di volermi portare...Mi stava simpatico, era allegro, vivace, e con l'aria di chi la sa lunga. Mi porto' in un sobborgo di Londra frequentato pero' da pessima gente...Vidi persone di tutti i tipi..Tra l'altro nelle vicinanze c'era una metropolitana con un via vai di gente impressionante...Cinesi, europei, neri, asiatici...Turisti di tutti i tipi e anche gentaccia di tutti i tipi...Venni attirato in particolar modo da una ragazza che si stava fumando qualcosa....Quella volta non avevo la piu' pallida idea di che cosa si potesse fumare la gente, conoscevo solo la sigaretta che tra l'altro avevo provato a fumare una sola volta per scommessa...Ma quella ragazza stava fumando qualcosa di strano, ma ancora non potevo sapere che esistevano particolari sigarette conosciute pero' piu' comunemente sotto il nome di "spinelli" o "canne". Mi presento' ad un gruppo di suoi amichetti un po' simili a lui per il modo di fare e con un linguaggio a dir poco signorile.Dov'ero finito?Me l'ero chiesto parecchie volte durante la mattinata...Non so perche' ma la sua combricola di delinquentelli in erba ,mi presero in simpatia quasi subito trattandomi come un amico di vecchia data.

"Ehi Donald, benvenuto fra noi, vedrai che non ti annoierai da oggi! Fidati!"

Le parole allegre di Ray che mi diede una pacca amichevole sulla spalla mi risuonano ancora oggi nella testa...Avevo avuto un'accoglienza incredibile che nemmeno i miei compagni di classe mai mi avevano regalato prima d'allora....Inutile dirlo..era quello di cui piu' avevo bisogno in quel periodo...e cosi' mi ritrovai in mezzo ad una vera e propria compagnia di ragazzini delinquenti tra i tredici e i diciassette anni. Presi il vizio di uscire di casa nel pomeriggio presto per raggiungere Jeremy, Ray e gli altri che giorno dopo giorno mi dimostravano sempre piu' amicizia e divertimento...Con loro svagavo la mente non pensando a mia madre e mio padre che lasciavo puntualmente scannarsi a casa a vicenda con insulti sempre piu' pesanti e gravi....Nemmeno il mio tentativo di simulare una batteria "suonando" e agitando dei legnetti su scatoloni nella mia stanza riusci' a non farmi sentire le loro grida....Come se non bastasse mio padre si irritava ancora di piu' piombando in camera e togliendomi dalle mani le mie preziose bacchette dicendomi la frase : " Smettila di giocare al batterista e pensa a studiare invece che agitarti su un paio di scatoloni!"

Successivamente seguivano una serie di schiaffi perche' io indispettito riprendevo a suonare ancora piu' forte per non sentire nemmeno in lontananza le loro urlanti voci....L'unico modo per stare bene era uscire di casa e...andare dove c'era gente che veramente mi apprezzava e si divertiva con me....Jeremy Collins, senza immaginare che con lui sarebbe iniziato piu' avanti il tragico tunnel della droga...



 
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31 replies since 1/9/2007, 19:38   519 views
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