NUOVA GUINEA, Stazione 'fantasma'
Il resto del viaggio del treno trascorre senza ulteriori incidenti, evitando di essere abbordato di nuovo da jeep 'Francesi' o da personaggi ambigui dalla grande fortuna, ma dalle limitate capacità cerebrali. Il treno percorre rapido la strada ferrata, arrivando dunque a destinazione. La loro fermata, tecnicamente, non esiste. Il treno non dovrebbe fermarsi in quel punto del tracciato, non c'è stazione, ma questo si ferma lo stesso, e non certo in mezzo al nulla. Una colonna di camion e tende è pronta ad accoglie il treno, su una banchina mobile allestita già da tempo, ma sempre pronta ad essere rimossa. Il campo di ricerca allestito fa da stazione al treno, mentre i lavoratori si premurano di scaricare le merci e i ritrovamenti provenienti da Xiahnew.
Poco più avanti, da una carrozza passeggeri, scendono due figure diametricalmente opposte, ma che hanno avuto lo stesso ruolo. Un uomo in bianco dall'aria Orientale estrae di tasca un telefono digitando un numero, appoggiandoselo alla mascella coperta da una strana maschera rossa, mentre la donna accanto a lui sembra infischiarsene biascicando chewing-gum mentre pattina fuori dal veicolo, tenendo una grossa borsa nera alla spalla lunga quasi quanto lei.
"Signor Warrol-dono, qui parla Yokai, squadra speciale Havoc. Hai. Il treno 188 proveniente da Xiahnew è giunto a destinazione in orario, Warrol-dono. Hai, siamo stati assaliti su due fronti da due persone diverse, Warrol-dono. Hai, uno dei due era il bersaglio Conway-san, Warrol-dono. Iie, non ho riconosciuto il secondo assalitore, ma esponeva una vistosa bandiera Francese sul lato del suo veicolo, Warrel-dono. Iie, non sono stato io ad eliminare la minaccia Conway-san, Warrol-dono. Flower-chan si è occupata di lui, Warrol-dono. Hai, è qui accanto a me."
Risponde alle domande che gli arrivano per telefono l'orientale, prima di porgere quest'ultimo alla sua compagna di viaggio.
"Il signor Warrol-dono vuole parlare con te."
La donna sputa la gomma con malagrazia, passandosi il braccio intero sulla bocca per pulirsi dalla saliva, grugnendo mentre prende il telefono per rispondere al suo datore di lavoro.
"Che c'è? Sì? Già, ci ho pensato ai a infilargli un panetto di sale nel c*** a quel co*****e che continuava a scassarci le pa**e, perché? Certo che sono sicura che sia crepato, non sono mica scema! L'ho buttato sotto al treno con tutte le scarpe! No che non ho visto il cadavere, non credo che ne sia rimasto molto, comunque! Senti, se proprio vuoi la prova che sia schiattato, perché non ci mandi qui quella les*****a steroidata della Belti a darci una bella guardata alle ruote del treno? Oppure, le faccia mandare quel suo vice, quel vecchietto centenario che si porta sempre dietro! Quella se l'è sposato e lo porta in guerra nella speranza che crepi e gli lasci l'eredità! Ah! Magari matusalemme li ce li trova qualche frammento di cervello, sempre che quel Conway ne abbia mai avuto... Secondo me c'aveva solo un cog****e gigantesco in testa, visto la testa di c***o che era! Ahahah! Che cosa? Ah, vabbè... Perché mi hai rotto le ba**e se non vuoi parlare con me? Sì, te lo passo..."
Risponde la donna sgraziata, ripassando il telefono verso l'orientale, aggiungendoci un perentorio fan***o sommesso per non farsi sentire.
"Qui Yokai, Warrol-dono. Hai, mi accerterò di far controllare il treno per trovare le tracce della dipartita del bersaglio Conway-san. Hai, controllerò anche il vagone blindato dei reperti, non posso garantire l'integrità di ogni singolo ritrovamento, ma dubito fortemente che gli assalitori possano aver portato via qualcosa di importante, Warrol-dono. Mi faccio carico di qualsiasi mancanza avvenuta ai reperti nel periodo della mia sorveglianza ad essi."
Dice professionale e ben conscio delle sue azioni l'uomo, ma dal suo tono di voce sembra che comunque la missione sia da considerarsi un successo.
"Hai, Warrol-dono. La ringrazio Warrol-dono."
Risponde, aggiungendo anche, in modo leggermente meno professionale, ma sempre con una serietà degna di una statua di marmo.
"In futuro, comunque, Warrol-dono, preferirei lavorare da solo, o essere accompagnato da Sasquatch-san o Ampere-chan, Warrol-dono. Hai, Warrol-dono, molte grazie."
Conclude il giapponese, rinfoderando il telefono nella tasca interna della giacca. La sua collega non sembra apprezzare molto, comunque, il discorso tenuto con il loro datore di lavoro, incrociando le braccia muscolose al petto rispondendogli.
"Sasquach-san o Ampere-chan è? Ma vaf******o, va! Come se io mi diverta a stare in squadra con un tipo dall'espressività di un pesce lesso..."
L'uomo, incredibilmente, si ferma, forse avendo una reazione. Ma anziché urlarle dietro o aggredirla, che poi potrebbe anche aver ragione nel farlo, questo risponde solo.
"Trovo molto sconveniente che tu abbia diffamato Belti-san con il nostro comandante. Proprio tu tra tutte le persone..."
Dice, tirando una frecciatina alla rassomiglianza tra le due donne, ambedue grandi quanto un armadio a più ante...
"Proprio io tra tutte le persone? Ma che c***o vuol dire? Quella tr**a se girato Warrol come voleva, se no com'è che sta a capo dei servizi di sicurezza del capo? Dammi retta, quella è una che si fa tanto la grossa con gli altri, ma in realtà è abbastanza piccola da abitare sotto la scrivania di Warrol!"
Irride, millantando un gesto di cui meno parliamo meglio è... L'altro non le rivolge nemmeno la parola o finge di ascoltarla, camminando sicuro davanti a se senza scomporsi, facendo inalberare sempre più la sua collega.
"E poi la prendi per il c**o anche tu! Non l'hai mica chiamata san? Vedi che le dai del maschio!"
"San è neutro, è utilizzabile sia per uomini che per donne di cui si ha rispetto tra pari."
"Ma che ca****e dici? San è maschio, faccia di bronzo! Se no perché a me mi chiami sempre chan?"
"Chan lo si usa per rivolgersi agli infanti."
La donna inarca un sopracciglio, volendo rispondere, ma all'improvviso un'altro pensiero gli si fa strada nella mente... All'improvviso, da fiato alle trombe chiedendo all'uomo.
"Ma... Allora vuol dire che Jackie Chan vuol dire Giacomino Bambino?"
L'incredibile autocontrollo dell'occidentale viene sottoposto ad una prova estenuante per riuscire a non scomporsi e a mandare a quel paese la sua interlocutrice, riuscendo addirittura a proferire solo un neutro.
"Fai silenzio, per favore."
Chiudendo li la frase...
NUOVA GUINEA, campo base della legione indipendente
Angela mette a posto la tenda di comando, istallata all'esterno di un edificio in rovina, ma fissandola alla parete di questo per maggiore stabilità e per praticità per installare delle prese di corrente con cui far funzionare i vari macchinari presenti nella tenda. Purtroppo, la sua scrivania ha perso una gamba nell'urto con la parete e la titanessa è costretta a ripararla alla buona per continuare ad utilizzarla. La donna cerca di mettere a posto i vari incartamenti, mentre il maresciallo Lucci è ancora indaffarato a trafficare al computer. Ha già messo nel sacco per ben due volte la sua rivale, conoscendo la mentalità di certe persone, il maresciallo si aspetta una rappresaglia quanto prima per vendicare l'onore ferito. Difatti, non ci vuole molto, prima che qualche lucina inizii a lampeggiare, sul suo pc. Il maresciallo sorride giulivo aprendo una finestra di dialogo sul computer.
Ciao di nuovo. Già tornata all'attacco? Sei una che non perde tempo, questo te lo devo concedere!
Si diverte il vecchietto, aspettando una risposta. Un invito del genere non può non essere accolto!
Non mi piace tirarmi indietro dalle sfide, ne ritirarmi mentre sto perdendo. Ammetto che mi hai stupita, ti sei comportata proprio bene nelle nostre precedenti schermaglie on-line, ma non posso lasciarti credere di avermela fatta, altrimenti potresti rammollirti, mentre io ti voglio bella pronta e reattiva per la nostra sfida! Oh oh! Ma che impertinente! Davvero credi che potrei fare un errore del genere? Scopriamolo subito! Ma quanto sei aggressiva! Stai usando tutto quello che hai per bucare le mie difese e scorrazzare liberamente nel mio computer? Stai tirando fuori l'artiglieria pesante! Non ne hai idea, mia cara! Adoro le sfide, riescono sempre a tirare fuori il meglio di me! Anch'io, difatti, sto davvero dando il meglio, come una vera maestra. Davvero? Non mi sembra tu stia facendo grossi progressi... Ma davvero? Forse dovresti controllare il tuo router. Sai, dovresti usarne uno dedicato per le connessioni on-line, anziché utilizzarlo per tutte le comunicazioni, ma immagino che dopo lo scherzetto alla torre di comunicazione, abbiate dovuto aprire nuovi canali alla svelta. Oh, andiamo! Non puoi aver crackato un router! Scommettiamo?
Il maresciallo si volta subito verso l'apparecchio in questione, mentre si fa assalire da un dubbio. Veloce, cerca subito la pagina delle conessioni alla rete tramite router, notando una connessione in entrata pirata! Il vecchietto capisce la mal parata, cercando di escludere e rintracciare la rete, ma questa si stacca non appena il maresciallo tenta di accedervi... Stavolta il duello telematico sembra aver avuto un esito diverso...
Mossa subdola, ma non ti servirà a molto. Dopo di questo, ovviamente, schermerò il mio router e cambierò gli accessi a tutti i terminali e le reti che vi erano connesse! Lo so, e spero proprio che tu lo faccia, altrimenti sarebbe troppo facile! Ma per il momento credo che mi divertirò ad indagare sulle vostre comunicazioni private! Devo proprio ricredermi, sei meglio di quanto pensassi. Ma ora che lo so, ti conviene stare in campana. Non mi limiterò più a tentare di controbattere alle tue mosse. Ne sono certa. Alla prossima, cara.
E la comunicazione si chiude prima che il maresciallo possa fare alcun che o rispondere... La sua rivale si è presa l'ultima parola, a quanto pare. Stavolta, ha avuto la peggio, succede, ma c'è qualcos'altro che preoccupa il maresciallo...
"Giovinastri arroganti! Si prendono l'ultima parola senza nemmeno lasciarti replicare... Ma ho paura che stavolta l'errore l'ho fatto io... Comandante Belti... Abbiamo un problema... Un grosso problema... Potrebbero scoprire Actor..."
Rivela il maresciallo, verso la comandante che stava finendo di rimettere ordine, che però non prende bene quella notizia...
NUOVA GUINEA, base dei ribelli
"Siiii! Finalmente! Ho vinto io, lei ha perso! Ho vinto io, lei ha perso!"
Canticchia Intel, mentre fruga tra le informazinio rubate direttamente dal router utilizzato dal suo rivale, che lei continua ancora a immaginarsi come una ragazza scaltra cresciuta a pane e modem... Se sapesse la verità... Ad ogni modo, la ragazza scartabella le varie connessioni, riuscendo a trovare una lista di contatti numerici. Numeri di telefono, probabilmente di soldati e forse anche di qualche funzionario corrotto. Cambiarli sarà complicato, per i loro nemici, ed intanto loro possono farsi un idea di chi appoggia Warrol ed i suoi uomini, oltre che, magari, riuscire a mettere un po' in affanno i loro servizii di intelligence.
"Cos'hai trovato di bello?"
La ragazza gongola, nel mostrare il suo tesoro informatico a Kiarek, suo 'supporter'.
"Guarda qua! Quanta grazia, è? Ho i numeri di telefono dei nostri nemici! Molti probabilmente sono solo di loro ufficiali, non ci facciamo molto se non qualche scherzo telefonico, ma tra questi ci saranno anche numeri di contatti, presidenti, spie... Qualcosa di molto ghiotto, capisci? E sono tutti nostri!"
Dice la giovane, controllando la lista. Nel farlo, però, nota qualcosa... Vede un numero comparire più volte, e sempre solo in entrata, mai in uscita. Come se fosse un numero da non chiamare mai, solo da farsi chiamare... La cosa suscita la curiosità della giovane hacker, che si mette ad indagare, controllando le celle agganciate da quel cellulare. Salta fuori che è solo una... Ed è quella alla loro posizione...
"Oh no..."
"Che succede? Problemi?"
"C'è... C'è un numero che proviene da... Da qui..."
Dice lei, esprimendo la sua paura verso l'uomo, poco prima che la tensione venga squarciata da un sibilo acuto! Un rumore come un fischio proviene dalla stanza accanto, seguito da dai rumori che ricordano un modem di quelli vecchi, prima di un nuovo fischio, stavolta però di un qualcosa che brucia... Intel lascia la sua postazione, seguita da Kiarek, andando nella palestra adibita a base della resistenza. Alcuni uomini si avvicinano anche loro, controllando cosa stia succedendo... Sam e Logan, i capi della ribelione, sono li. Da un lato della palestra, si sente il rumore di qualcosa che sta sfrigolando, mentre il soffitto in un angolo riparato sopra a degli armadietti inizia ad annerirsi, ed a emanare un leggero fumo e il maleodorante odore della plastica fusa... Intel e Kiarek fanno segno a tutti di stare indietro, mentre la ragazza recupera una sedia e sale sopra gli armadietti, senza troppe difficoltà. Il soffitto di compensato si sposta facilmente, permettendole di guardare sopra. Ed è li che lo trova... Intel soffia e sventola con le mani, per spegnere i resti carbonizzati di un cellulare... Ci vuole qualche secondo, prima che la ragazza mostri a tutti i presenti l'aggeggio abbrustolito.
"Che diamine succede, qui?"
Si fa avanti Sam, il grosso uomo di colore, il capo ufficiale della ribellione contro Warrol. Intel mostra quanto a trovato, rispondendogli.
"A quanto pare, c'è una talpa nella ribelione... Questo... Questo è con tutta probabilità il cellulare che usava per parlare con Warrol ed i suoi... Ho scoperto il numero crackando l'attrezzatura dei militari... A quanto pare, hanno fatto presto a distruggere le prove..."
"Che cosa?"
Intel scuote il capo, scendendo dagli armadietti e dalla sedia, tornando a terra. Il telefono è quasi irriconoscibile, una scatola nera semi-disciolta, una schifezza...
"Ho paura che da questo non ci scopriremo nulla... Nemmeno io posso riparare una cosa del genere... E le impronte si saranno cancellate per il calore..."
"E' impossibile che ci sia una talpa! Tutti questi uomini sono bravi ragazzi, e si sono rifiutati di farsi mettere sotto da un imbecille con la fissa di fare la guerra come Warrol!"
Interviene Logan, l'altro 'capo' dei ribelli. Probabilmente quello coi soldi per mandare avanti la ribellione...
"E questo come lo spieghi? Un cellulare non si riduce cosi per un cortocircuito... Aveva un meccanismo per distruggersi..."
Logan scuote il capo, guardandosi attorno, guardando tutti i presenti in faccia, come cercasse la spia... Il posto era accessibile a tutti, tranne che a gente da fuori... Deve essere per forza qualcuno all'interno, ma chi? Logan scuote il capo, non potendo pensare che sia uno dei suoi ragazzi. Si gira di nuovo verso Intel, squadrando sia lei che Kiarek, e portando un occhiata anche al terzo uomo... Dan, quello che gli vende le armi e che al momento gli dava una mano per insabbiare l'ultimo colpaccio di Conway.
"Non posso pensare che uno di noi sia una spia... Non abbiamo mai avuto di questi problemi... Prima che arrivaste voi..."
"Logan..."
"No, Sam. No! Stavolta non me ne sto zitto! Non era mai saltato fuori niente come un cellulare esplosivo, prima che arrivassero loro! Forse non c'era un cellulare esplosivo, prima che arrivassero questi... Questi..."
"Forse prima non c'era perché non c'era nessuno che potesse trovarlo."
Puntualizza Intel, verso Logan, il quale però non si fa intimidire sbottando.
"E forse è proprio perché ce l'hai portato proprio tu quel coso qui! Per quanto ne so, potresti averlo messo tu li! Gran bella sceneggiata, la salvatrice della patria che trova spie a destra e a sinistra, gran bella copertura per prenderti la nostra fiducia e fregarci!"
"Logan! Basta! Non dobbiamo scannarci a vicenda! Non abbiamo prove per accusare nessuno. Possiamo solo stare attenti, d'ora in poi. Potremmo avere il nemico dentro casa."
Puntualizza l'omone, verso l'amico, ma anche verso Intel e gli altri... Non sanno chi sia questa spia, ma farsi dividere sarebbe proprio fare il gioco della spia stessa... Intel scuote il capo, mentre Logan sbotta.
"Sarà come dici tu, ma io rimango della mia idea! Questa arriva, non si sa neanche da dove, e la prima cosa che fa è mettersi a cercare spie! Anzi, la seconda, perché la prima è stata sbattere al tappeto me! Non mi sono scordato di quando mi hai picchiato, appena arrivata qui! Credevi di farmi rinunciare? Di farmi lasciare la ribellione per avermi mazzuolato? Mi spiace, bella mia, ma Rick Logan non si tira mai indietro quando qualcuno ha bisogno di lui!"
Si lamenta l'uomo dall'aspetto dell'ex-giocatore di football, girando i tacchi e lasciando la palestra, palesemente arrabbiato. Sembra far fatica a muovere un ginocchio nel camminare, forse un infortunio... Sam, scuote il capo, mentre fa segno a tutti di lasciare la stanza, visibilmente atterrito per gli ultimi accadimenti... Intel cerca di tornare nella stanza delle comunicazioni, dove ha piazzato la sua attrezzatura, ma Sam la ferma, dicendole.
"Devi perdonarlo... Logan è un idiota, ma ha un gran cuore... Per questo è qui... Ed i suoi soldi ci servono."
"No..."
Risponde la ragazza.
"Non devo scusarlo. Posso capire perché ce l'abbia con me, e comunque ha ragione. Dobbiamo tenere tutti gli occhi aperti."
Conclude tornando dai suoi computer.
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